U la Repubblica, 30 settembre 2025
Intervista a Maurizio Fugatti
Le polemiche se le va a cercare. Da quando è diventato il primo presidente di destra della provincia di Trento sono state continue contese. Voleva un concertone di Vasco Rossi: tutti contro. Voleva Sgarbi a capo del Mart di Rovereto: un’insurrezione. Voleva una facoltà di medicina a Trento: scatenò l’inferno. Voleva togliere il Festival dell’economia alla gestione Laterza per darla al Sole 24 Ore: poco meno che la rivoluzione.Voleva uccidere gli orsi: animalisti in rivolta. Ma lui, zitto zitto quatto quatto, ha sempre portato a casa il risultato. Senza mai inalberarsi. Applicando un sistema che gli aveva suggerito il compagno di partito Erminio Boso: “Corda lunga”. Corda lunga significava non rispondere alle provocazioni, fare finta di niente, lasciar parlare gli avversari e conti- nuare a fare quello che voleva. A forza di corda lunga ha fatto il primo mandato da presidente della Provincia autonoma di Trento nel 2018, il secondo mandato, nel 2023, e adesso punta al terzo e c’è da giurare che applicando il suo sistema, ce la farà nonostante la legge italiana lo vieti. Corda lunga e governerà fino alla fine del 2033. Non è famoso come Luca Zaia, non è bellicoso come Vincenzo De Luca. Si chiama Maurizio Fugatti, ha un faccino da bravo ragazzo e un passato un po’ strano per essere un leghista. Amava i Cccp, fece suo il motto anticapitalista “Produci, consuma, crepa” che ancora troneggia sul profilo WhatsApp. Per questo un suo avversario politico, il giornalista Paolo Ghezzi, lo ha soprannominato Mau Fu Gat.
Lei è stato anche, dal 2021 al 2024, il primo presidente di destra del Trentino-Alto Adige.
«Io non sono di destra. Io sono leghista e autonomista. Bossi diceva che la Lega non è né di destra né di sinistra».
La Lega non è di destra?
«“La Lega è sopra”, diceva Bossi».
Possiamo dire che è stato il primo presidente non di sinistra?
«Ci sono stati tanti presidenti della Dc, che non erano esattamente di sinistra».
E i Cccp fedeli alla linea?
«Mi piaceva la loro musica, e quella dei Litfiba. E mi piaceva che avessero degli ideali».
E “Produci, consuma, crepa”? Marxismo puro.
«Una maniera per dire “attenzione, noncredere troppo al mercato”.Non credere al profitto».
Però leghista.
«Leghista».
Frequentava i raduni di Pontida, ma andava via presto.
«La domenica pomeriggio giocavo a pallone. Bossi parlava verso mezzogiorno. Facevo in tempo ad arrivare per il fischio di inizio».
Come governatore ha suscitato un sacco di polemiche. Il Festival dell’Economia di Trento era di sinistra e lo fece diventare di destra.
«Organizzato dal Sole 24 Ore ha avuto una crescita notevole. Ha ominciato a parlare alle persone normali. È diventato una piccola Davos, una Davos popolare».
Una Davos popolare e litigiosa. Daniela Santanchè ha detto che lei non ha palle. Le è dispiaciuto?
MF: «Ma no».
Ecco il Fugatti incassatore. Lei corda lunga ma gli altri mica tanto. Fa sempre arrabbiare tutti.
«Ma poi vede che si calmano? Alla fine riconoscono che ho ragione io».
Il terzo mandato.
«Siamo una Provincia autonoma. Abbiamo fatto una legge che ci consente il terzo mandato».
Il Governo l’ha impugnata.
«Ci sarà una sentenza della Corte costituzionale. In autunno penso».
Lei aveva una vicepresidente meloniana. Ma l’ha mandata via per vendicarsi del fatto che Meloni ha bloccato il suo terzo mandato. Corda lunga ma vendicativa.
«Ho solo fatto ciò che la legge mi permetteva»
Parliamo di orsi. È sua la prima ordinanza di abbattimento di un orso. Da allora gli ambientalisti sono i suoi nemici dichiarati.«Ho applicato la legge provinciale fatta dall’amministrazione di centrosinistra».
Qual era l’orso?
«Era l’M49, Papillon. Ma non me l’hanno fatto abbattere. Poi c’è stata la grande polemica su Jj4, l’orsa che ha ucciso il povero Andrea Papi. Io volevo abbatterla, ma il Consiglio di Stato me l’ha vietato».
Vittorio Feltri ha detto che invece di abbattere gli orsi bisognerebbe abbattere lei.
«Feltri esagera sempre un pochino. Io andavo a scuola con l’Indipendente sotto il braccio. Non mi arrabbio mai con Feltri. A Feltri si perdona tutto. Ad altri no».
L’opinione pubblica, fuori del Trentino, è tutta a favore degli orsi e contro la sua mania di abbatterli.
«La narrazione che c’è sull’orso è che si tratta dell’orso Yoghi, quello dei fumetti. L’orsacchiotto».
Lei aveva da bambino un orsacchiotto?
«Mi pare di no. Ma potrei anche averlo avuto. Che la pensino diver- samente da noi lo capisco ma quello di cui non mi capacito è che vogliano spiegare a noi come dobbiamo comportarci. Chi non conosce il problema vuole spiegare a noi come affrontarlo».
Ci sono anche gli ambientalisti trentini.
«Poca roba, mi creda. Poca roba». Non basterebbe mettere a tutti gli orsi il radiocollare?
«Per mettere un radiocollare a un orso bisogna prima catturarlo. Che non è come catturare un cagnolino. Ci vogliono le trappole a tubo. L’orso può entrare stasera come fra un mese. Nel momento in cui entra, devo sedarlo e mettergli il radiocollare».
Non è una cosa così impossibile.«Un orso può variare il proprio peso anche di un quintale tra la primavera e l’inverno. Non gli posso mettere un collare troppo largo o troppo stretto, perché se è troppo largo quando dimagrisce lo perde, se è troppo stretto quando ingrassa si strozza».
Problemi che si risolvono.
«Il radiocollare non dura in eterno, ma dipende dalle batterie. Le batterie possono durare un anno, due anni e dopo devo ricatturare l’orso e non so più dove sta. E questo moltiplicatelo per cento. Ursus, il progetto iniziale, diceva che si doveva arrivare a una quarantina di esemplari, i quali poi si sarebbero dispersi nelle aree confinanti. Invece sono diventati più di cento e non si sono dispersi».
E intanto lei è diventato un eroe per i trentini e un mostro orsicida per il resto degli italiani.
«L’altro giorno ero in treno e sono stato riconosciuto da Donatella Rettore. Che ha cominciato a spie- garmi perché non debbo combattere gli orsi. Fuori dal Trentino io non sono il presidente Fugatti, o il Fugatti della Lega, o il Fugatti del terzo mandato. Sono il Fugatti dell’orso».
All’inizio anche la popolazione trentina era contraria.«Anche loro erano influenzati dalla solita immagine dei fumetti. Il risultato è che oggi molte ciclabili non sono più frequentate perché ci sono gli orsi nei boschi. Lo vada a spiegare ai milanesi che hanno la ciclabile, ma non hanno l’orso».
Ma i boschi sono la casa degli orsi, mica degli uomini.
«Noi viviamo nel bosco. Il bosco è il nostro giardino, è sempre stato così. Se a Milano avessero i boschi la penserebbero come noi».
Se lei avesse pieni poteri cosa farebbe?
«Farei quello che fanno in tutte le parti del mondo dove c’è l’orso».
Cioè?
«Farei uccidere tutti quelli in eccesso».
Una carneficina.
«Si arriverà a questo. Non si può fare altrimenti. Abbiamo chiesto a molti Paesi se vogliono un po’ dei nostri orsi. Ci hanno risposto: noi quelli in eccesso li ammazziamo. Perché non li ammazzate voi?».
Lei ha fatto un piano di abbattimento di otto orsi l’anno.«Gli orsi pericolosi. Ma quest’anno non è ancora accaduto. Dovesse accadere applicheremo la legge e li abbatteremo».
Roberto Calderoli, ministro leghista, tiene in casa un’orsa di 250 chili. Cominci ammazzando l’orsa sua.
«Ma la sua è un’orsa rimbambita. Non è mica come gli orsi nostri che sono belli carichi».
Tempo fa nel Primiero la Lega organizzò una festa in cui era previsto un menù a base di carne di orso.
«Ahimé. La organizzai io con Erminio Boso. Intervenne la Forestale che sequestrò la carne. Ma era tutto regolare. Si trattava di carne surge- lata importata dalla Slovenia».
A lei piace la carne d’orso?
«Non l’ho mai mangiata».
Boso invece la mangiava.
«Mi disse che era dolce».
Quanti orsi avete ammazzato finora?
«Con i decreti miei, tre. Poi ci sono quelli che vengono investiti dalle macchine, si uccidono tra di loro, muoiono di proprio».
Un orso lo avete ammazzato perfino mentre era in letargo.
«Aveva dei comportamenti pericolosi. Mica potevamo aspettare che si svegliasse».
La Lega, tra tutti i partiti, è quella che ha un indice di volgarità maggiore. Diciamo che è il partito meno “raffinato”.
«Per esempio?».
Alessandro Savoi, presidente della Lega trentina...
«Savoi fu uno dei primi leghisti del Trentino. Quando era in Consiglio era capace di intervenire parlando in greco e in latino...».
Rivolgendosi a due consigliere le definì “troie”. In italiano, non in greco.«Erano due leghiste passate a Fratelli d’Italia».
Lei era un discotecaro da giovane.«Ho conosciuto mia moglie in discoteca. Le discoteche del lago di Garda le conoscevo tutte».
Che balli si ballavano ai tempi suoi?«Ballavo poco. Mi fermavo al banco del bar».
Anche a Roma, quando era parlamentare frequentava i locali. Il Corriere della Sera pubblicò una sua grande foto in discoteca.
«Non so perché. Ancora oggi ricordo la telefonata che dovetti fare a mia moglie per spiegarle la cosa».
Ha avuto minacce di morte.
«Le minacce che ho avuto sono tante. Dopo un po’ ti abitui. Quelle ufficiali, lettere minatorie, pallottole sono state due. Quelle sui social non le conto più».
Quanto guadagna?
«Dichiaro 180mila euro all’anno. Sono circa 8 mila euro al mese».
Che cosa farà Zaia da grande visto che non gli fanno fare più il presi- dente del Veneto? Farà il presidente della Repubblica? Il primo ministro? Il presidente della Lega?
MF: «Zaia non ha problemi. Può fare quello che vuole. Anzi no, perché quello che vuole fare non glielo fanno fare».