ilfattoquotidiano.it, 30 settembre 2025
Inflazione, a settembre +1,6% anno su anno ma il carrello della spesa fa +3,2%. Consumatori: “Per mangiare +374 euro annui”
A settembre l’inflazione in Italia resta stabile: si conferma al +1,6% su base annua, lo stesso livello registrato ad agosto. Lo certificano le stime preliminari diffuse dall’Istat, secondo cui la dinamica dei prezzi riflette “andamenti differenziati dei diversi aggregati di spesa”, con tendenze opposte che si compensano a vicenda. Su base mensile, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al netto dei tabacchi, segna una variazione negativa di -0,2%. Guardando agli indici più vicini all’esperienza quotidiana delle famiglie, il cosiddetto “carrello della spesa” (beni alimentari, per la cura della casa e della persona) registra un lieve rallentamento, passando dal +3,4% di agosto al +3,2% di settembre. I prodotti ad alta frequenza d’acquisto mostrano invece un’accelerazione, dal +2,3% al +2,7%, segnalando un incremento più percepibile nelle spese ricorrenti.
Si registra un rallentamento dei prezzi degli alimentari non lavorati, che passano da +5,6% di agosto a +4,8% a settembre. Si tratta in particolare di frutta e verdura fresche, prodotti molto sensibili all’andamento climatico e stagionale. Per contro, risultano in leggera accelerazione gli alimentari lavorati (dal +2,7% al +3%), così come gli energetici regolamentati (da +12,9% a +14,0%). Tornano a crescere, pur rimanendo in territorio negativo, anche i prezzi degli energetici non regolamentati, che riducono la flessione dal -6,3% di agosto al -5,2% di settembre. Complessivamente i prezzi del comparto energetico segnano una ripresa passando da -4,8% ad agosto a -3,7% su base annua.
Assoutenti lamenta che “proseguono i forti rincari dei prezzi dei generi alimentari, al punto che una famiglia con due figli solo per bere e mangiare deve mettere oggi in conto una maggiore spesa da +347 euro annui rispetto al 2024“. “Gli italiani stanno affrontando una stangata silenziosa – spiega il presidente Gabriele Melluso – Mentre l’inflazione si mantiene stabile al +1,6%, alcuni comparti chiave per le famiglie registrano prezzi in sensibile ascesa”.
L’“inflazione di fondo”, ovvero quella calcolata al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile al +2,1%, lo stesso valore di agosto. Anche l’indice che esclude solo i beni energetici evidenzia un rallentamento, dal +2,3% al +2,1%. Sul fronte dei macro-aggregati, i beni crescono leggermente di più (da +0,6% a +0,7%) mentre i servizi mostrano una lieve attenuazione (da +2,7% a +2,6%). Ne risulta un restringimento del differenziale inflazionistico tra i due comparti, che scende a +1,9 punti percentuali dai +2,1 del mese precedente.
Il dato negativo dell’indice generale su base congiunturale riflette soprattutto la flessione dei servizi relativi ai trasporti, in calo del 3,3% su base mensile, solo in parte compensata dalla crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+0,6%). Per l’intero 2025 l’inflazione acquisita si colloca a +1,7% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.
Infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), utilizzato a livello europeo, registra un aumento del +1,3% su base mensile e del +1,8% su base annua, in accelerazione rispetto al +1,6% di agosto. La variazione mensile positiva è dovuta soprattutto alla conclusione dei saldi estivi, che l’indice nazionale Nic non considera.