corriere.it, 30 settembre 2025
«Non usate le parole emissioni o cambiamento climatico» Il Dipartimento per l’Energia di Trump detta il vocabolario anti-green
L’amministrazione Trump torna a imporre censure alla comunità scientifica. Stavolta è stato preso di mira il cambiamento climatico, uno dei temi più attaccati dal presidente degli Stati Uniti. Secondo quanto riferito da Politico il Dipartimento dell’Energia statunitense (DOE) avrebbe emanato una circolare interna all’Ufficio per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili (EERE) che vieta ai dipendenti di usare determinati termini come «cambiamento climatico», «green», «decarbonizzazione», «transizione energetica», «sostenibilità», «sussidi», «agevolazioni fiscali», «crediti d’imposta», «emissioni di gas a effetto serra» ma anche solo «emissioni».
Parole troppo negative
Questo è l’ultimo di una serie di tentativi dell’amministrazione Trump di mettere a tacere o minimizzare la realtà del cambiamento climatico. Secondo il promemoria, trasmesso da Rachael Overbey, consulente speciale dell’EERE, il ragionamento che sta sotto all’aggiornamento delle parole da evitare è che alcuni di questi vocaboli «impicherebbero negatività». E le cose negative all’amministrazione Trump non piacciono. «Assicuratevi che ogni membro del vostro team sia consapevole che questa è la lista aggiornata di parole da evitare e continuate a essere scrupolosi nell’evitare qualsiasi terminologia che sapete essere in disaccordo con le prospettive e le priorità dell’amministrazione» si legge nella direttiva.
Colpisce tuttavia che nella lista delle parole vietate ci sia anche il termine «emissioni», ritenuto in generale un termine neutro o tecnico e di uso comune nel contesto ambientale.
Il negazionismo di Trump
Le nuove politiche arrivano pochi giorni dopo che il presidente Donald Trump ha criticato aspramente i leader mondiali all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per aver intrapreso azioni volte a contrastare l’aumento delle emissioni. «Ho avuto ragione su tutto e vi dico che se non vi liberate dalla truffa dell’energia verde, il vostro Paese fallirà» ha affermato il presidente Usa durante il suo discorso. In questa occasione Trump ha attaccato i paesi di tutto il mondo per gli investimenti in tecnologie come l’energia solare, eolica e le batterie.
Tematiche scomode
Vietare certe parole nelle comunicazioni ufficiali è una chiara forma di controllo del discorso e mira a spostare l’agenda in modo che si allinei con le priorità dell’amministrazione. Il segnale è forte e chiaro su quali siano le tematiche considerate «scomode» all’interno dell’amministrazione. Il divieto di utilizzare termini come «emissioni» o «sostenibilità» può evidentemente ostacolare la chiarezza tecnica e scientifica, specie se i dipendenti devono interfacciarsi con il mondo accademico, la stampa o agenzie governative di altri paesi che continueranno a usare questo linguaggio.
La crociata di Trump contro l’ambiente
Il messaggio non è tuttavia solo simbolico, ed è ormai noto da tempo. Il Dipartimento dell’Energia è in prima linea negli sforzi dell’amministrazione Trump di abolire sussidi e incentivi per le energie rinnovabili. La scorsa settimana il segretario all’Energia Chris Wright ha cancellato 13 miliardi di dollari di finanziamenti per progetti di energia rinnovabile e ha attaccato gli incentivi per l’eolico e il solare, che verranno a breve cancellati, dopo oltre trent’anni e ha promosso un rapporto da lui commissionato che minimizza il ruolo delle crescenti emissioni nel peggioramento degli eventi meteorologici estremi. Wright ha appoggiato alcune delle conclusioni più controverse del rapporto, come l’affermazione che i potenziali benefici di un pianeta più caldo sono sottovalutati.
Negli Stati Uniti restrizioni e censure sul tema del cambiamento climatico sono ormai una costante. Nell’aprile 2025, quasi 400 scienziati che partecipavano alla sesta edizione del National Climate Assessment sono stati licenziati via e-mail. Questo report fornisce un’analisi sugli effetti del cambiamento climatico negli Stati Uniti, ma la prossima pubblicazione nel 2028 è sospesa. L’amministrazione Trump ha oscurato nel luglio scorso il portale che ospoitava i report sui dati climatici nazionali, che non sono più stati ospitati dalla Nasa. Report commissionati dal Doe e dall’Epa sono stati fortemente criticati dalla comunità scientifica perché attenuano o mettono in dubbio (senza base solida) rischi climatici, selezionano dati in modo parziale o suggeriscono che certe misure regolatorie basate sulla scienza siano «allarmistiche». Infine sono stati proposti tagli drastici al budget del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), che porterebbero alla cancellazione di buona parte della ricerca climatica, moltiplicando i rischi per le previsioni meteorologiche e monitoraggio ambientale.