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 2025  settembre 30 Martedì calendario

L’attrice che non esiste

Tilly Norwood, ricordiamo il nome di questa attrice. Sarà una star, ma sarà difficile che vi faccia un autografo, se non digitale. Perché Tilly, nome da Peter Pan, semplicemente non esiste. È una creazione dell’intelligenza artificiale e, fin qui… Ma ciò che stupisce, «Signora mia dove siamo finiti», è che la promettente attrice da qualche giorno sia rappresentata da un’agenzia di talenti che le troverà film da fare, più difficilmente commedie teatrali, pubblicità da girare, videogames in cui apparire. Altro che «Call my agent». Lo ha rivelato il sito Deadline annunciando che a Zurigo la fondatrice di Particle6, Eline Van Der Velden, lancerà Xicoia, il primo studio di talenti AI con l’obiettivo di lanciare e valorizzare star digitali.
Non più dunque attori in carne ed ossa, anche perché non sono immuni dal difetto di invecchiare sia in carne che in ossa e talvolta persino di morire, ma divi che possono conoscere il dono dell’immortalità, che possono esser uguali per sempre e che sono capaci, tipo De Niro o Gassman, di passare dal drama alla comedy. Ma sono volti senz’anima, manipolati dal regista di turno. Lo so che anche Fellini o Bertolucci piegavano gli attori alla loro visione dell’arte e del mondo, ma quegli interpreti erano reali, avevano tratti sempre riconoscibili, avevano una struggente finitudine.
Tilly no, Tilly può essere uno, nessuno e centomila. Ma non perché sia brava a recitare o perché abbia un carattere di un certo tipo. No, è un delizioso puzzle di tutto. Ma non è Jessica Rabbit. Non è un Avatar. Tilly ha una sua emotività.
Così la descrive l’articolo di Deadline: «A differenza degli avatar statici, i personaggi AI di Xicoia sono sviluppati con storie complete, voci distinte, archi narrativi in evoluzione e personalità pienamente realizzate. I personaggi possono intrattenere conversazioni non sceneggiate, recitare monologhi, rispondere alle tendenze in tempo reale e adattare il tono e i riferimenti per soddisfare il pubblico specifico della piattaforma. Opereranno su un modello ibrido di supervisione creativa umana e reattività autonoma dell’AI, garantendo la rilevanza culturale e la sicurezza del marchio, pur mantenendo l’ambizione creativa».
Insomma la perfezione. E poi non hanno pretese sul set, non necessitano del runner per andarli a prendere a casa, non richiedono truccatori e costumisti, saranno infatti anche loro digitali, non devono avere il cestino all’ora di pranzo, non discutono della sceneggiatura, vuoi mettere?
Tendenze
Diversi divi desiderano apparire sul grande schermo nella loro versione più giovane
L’agenzia dovrà tutelare qualcosa, anzi qualcuno, che non esiste in realtà, ma avrà una sua emotività, programmata da qualcuno, della quale tenere conto. Da quando è stata annunciata al pubblico si sono moltiplicati i fan di Tilly Norwood che, fin qui, non ha recitato, o meglio non è apparsa, da nessuna parte. Tempi bambini.
Si può vedere questa innovazione in due modi: la prima è pensare che questa continua confusione tra realtà e tecnologia finisca con il sancire la morte della verità, cosa non di poco conto per le sue conseguenze civili, politiche, antropologiche.
La seconda, figlia del positivismo tecnologico, è che l’AI, nel campo della produzione culturale, riduce i costi e apre immense possibilità creative. Che una buona idea narrativa, ambientata nel Medioevo o nell’America della guerra di Secessione, sia ora possibile e realizzabile. Oggi un produttore perde i sensi se gli si propone un film «in costume», domani sorriderà o quasi. Quel genio di Michael Cimino ci rimise la carriera, dopo il successo de «Il Cacciatore» a causa del fallimento del magnifico «I cancelli del cielo». Chi ama Tilly Norwood sostiene che domani, anzi oggi, tutto sarà possibile.
Ancora Deadline: Xicoia ha dichiarato che sta attualmente lavorando con «diverse star di Hollywood che desiderano apparire sullo schermo nella loro versione più giovane o attuale» e sta anche collaborando con alcune proprietà «per riportare sul grande schermo artisti leggendari, offrendo agli studi un nuovo modo di reimmaginare e sfruttare la proprietà intellettuale esistente».
Bisogna prepararsi a film con Spencer Tracy e Jude Law, Marlene Dietrich e Anne Hathaway. Questo è il futuro annunciato, il presente reale è l’autarchia culturale imposta da Trump con i dazi al 100% su tutti i film stranieri. Una vera coltellata al cinema e all’arte. Tilly Norwood è immaginaria, i dazi sono reali.