Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  settembre 29 Lunedì calendario

Marocco, la generazione Z in piazza: giovani in rivolta per sanità e scuola

Due giorni consecutivi di proteste, nel fine settimana, in Marocco per chiedere “una riforma del sistema educativo e dei servizi di Sanità pubblici”. Le manifestazioni hanno attirato numerosi giovani, soprattutto a Rabat, dove la polizia è intervenuta domenica in più punti della città per impedire ai gruppi dei manifestanti di riunirsi. L’intervento energico e inusuale delle forze dell’ordine ha portato nella capitale all’arresto di un centinaio di persone.
Da metà settembre il disagio in Marocco sale, dopo la morte di otto donne ricoverate all’ospedale pubblico di Agadir, in appena una settimana. Tutte avevano partorito con un cesareo e non è ancora chiaro cosa sia successo. Secondo fonti locali citate da alcuni media, quei decessi sarebbero stati provocati da dosi eccessive di anestetici, ma un’inchiesta interna è stata avviata. Subito erano state organizzate manifestazioni davanti all’ospedale della città, che si trova sulla costa atlantica, nel Sud del paese. Ma ora le proteste contro un Marocco a due velocità si stanno allargando a livello nazionale.
A lanciare l’appello per quelle del fine settimana sui social è stato un nuovo movimento di giovani, il GenZ 212, i cui fondatori sono sconosciuti. Il gruppo si è presentato sulla piattaforma Discord come uno “spazio di discussione” intorno a “questioni quali la Sanità, l’istruzione e la lotta contro la corruzione”, mettendo in avanti comunque il proprio “amore per la patria”. Le autorità non hanno commentato quanto avvenuto negli ultimi giorni, ma Hakim Sikouk, presidente della sezione di Rabat dell’Associazione marocchina dei diritti umani (Amdh), contattato dall’Agence France Presse, ha dichiarato che “almeno un centinaio di persone sono state arrestate a Rabat domenica e alcune decine in altre città del paese, come Casablanca, Marrakech, Agadir e Suk Sebt”. Una settantina erano già stati fermati nella capitale sabato, anche se tutti sarebbero già stati liberati, secondo Sikouk.
In Marocco le ineguaglianze sociali restano un grosso problema, soprattutto per i giovani e le donne. Il paese diventa sempre più moderno, in particolare al livello delle infrastrutture, ma intanto le differenze nella popolazione si aggravano. Il paese sta costruendo una nuova linea di treno ad alta velocità, dopo quella che collega Tangeri a Casablanca, inaugurata nel 2018: nei mesi scorsi sono iniziati i lavori per il prolungamento fino a Marrakech, che dovrebbe essere operativo nel 2029. Intanto nuovi investimenti sono stati lanciati nei porti e per gli stadi (uno nuovo di zecca sorgerà tra Casablanca e Rabat, previsto per la Coppa del mondo del 2030, ospitata da Marocco, Spagna e Portogallo, e sarà il più grande del mondo), senza parlare di diversi miliardi di euro destinati a sviluppare l’idrogeno verde, i data center, la produzione di batterie elettriche e le attività legate all’intelligenza artificiale. Dall’altra parte, però, la Sanità e la scuola pubblica sono quelli di un paese sottosviluppato che non si muove di un millimetro. All’ospedale di Agadir da tempo si chiedeva ai pazienti di portarsi le lenzuola da casa, ma anche le sacche di sangue per le trasfusioni.
In Marocco si parla tanto del divario tra le città e la campagna (nel 2024 le zone rurali hanno registrato la perdita netta di 140mila posti di lavoro), ma l’assurdo è che Agadir non è, appunto, un misero borgo sperduto nell’interno. Circondata da terre fertili, con una potente industria ittica e un turismo in espansione, che, grazie alle sue spiagge bianche, attira numerosi turisti europei, Agadir è una città dinamica e uno dei principali poli economici del Marocco. Eppure, si ritrova con un ospedale da terzo mondo.
Proprio da Agadir proviene l’attuale primo ministro, Aziz Akhannouch, miliardario che ha fatto fortuna con gli idrocarburi (e vicino al re Muhammad VI). Lui è anche sindaco della città. Lo scandalo delle strane morti all’ospedale lo sta screditando a velocità accelerata. Intanto il sovrano, malato, si fa vedere sempre meno in pubblico. Asceso al trono come il “re dei poveri” nel 1999, ha deluso e non poco da quel punto di vista. Ha lanciato il paese nella corsa verso la modernità e lo sviluppo economico (privilegiando l’industria). Tutto questo avrebbe dovuto eliminare la povertà, ma non è stato così. Il 10% più ricco della popolazione possiede la metà della ricchezza del paese. L’analfabetismo è ancora alto (30% della popolazione) e la disoccupazione è al 13,2%. Gli ultimi dati sulla povertà, relativi al 2022, indicano che 3,2 milioni di marocchini supplementari erano scivolati nella povertà o nella “vulnerabilità sociale”, riportando i livelli di quest’ampia categoria a quelli del 2014.