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 2025  settembre 29 Lunedì calendario

Adolescenti e cannabis, i danni possono essere maggiori: oggi è più «forte» di sempre

Una canna fumata oggi non è paragonabile a un «tiro» agli inizi del millennio: è molto più potente, e non è una buona notizia. È questo in sintesi il messaggio che arriva da un recente documento di esperti pubblicato sul Canadian Medical Association Journal: il contenuto della molecola attiva nel sistema nervoso centrale, il tetraidrocannabinolo o THC, è quintuplicato e così sono aumentati i rischi correlati al consumo, soprattutto fra i più giovani.
THC «concentrato»
Stando ai dati riferiti dagli esperti, confermati da numerose ricerche, il THC presente nelle piante che sono state selezionate negli ultimi 25 anni è ben cinque volte più abbondante rispetto al passato: nella cannabis essiccata presente sul mercato nel 2000 il THC era pari al 4 per cento del peso, oggi siamo arrivati al 20 per cento. 
«Il rischio di sviluppare prima o poi nel corso della vita sintomi psicotici a causa del consumo di cannabis è ritenuto pari allo 0.47 per cento, ma è più elevato in chi utilizza prodotti ad alto contenuto di THC (superiore al 10 per cento, ndr), in chi ne fa un impiego frequente e/o precoce e nei maschi.
Anche una storia di disturbi mentali come ansia o depressione incrementa il pericolo», sottolineano gli autori. Un dato che conferma quanto emerso da studi precedenti, secondo cui una persona su 200 fra chi consuma cannabis in qualsiasi forma può andare incontro a disturbi psicotici.

Rischi per i giovanissimi
Non è cosa da poco: anche se oltre la metà delle persone che sviluppano sintomi psicotici recupera entro 24 ore, quando c’è una storia clinica di psicosi o se i sintomi persistono la probabilità di dover essere ricoverati in un reparto psichiatrico arriva fino al 76 per cento. 
E chi finisce in Pronto Soccorso per eventi avversi da uso di cannabis, fra cui sintomi psicotici, ha una probabilità fino a 240 volte più alta di sviluppare schizofrenia. 

Il pericolo è più elevato soprattutto per i giovani, fra i quali il consumo è ampio e poco percepito come rischioso per la salute, perché adolescenza e giovane età adulta sono periodi critici per lo sviluppo cerebrale. Non a caso è stato osservato che la cannabis può provocare disturbi cognitivi a breve termine, come deficit di memoria o difficoltà di attenzione, e nel lungo periodo può comportare alterazioni dell’architettura cerebrale che possono contribuire a peggiorare i risultati scolastici, accademici e lavorativi. 
«Quando si manifestano sintomi psicotici, un intervento per cessare l’uso è fondamentale, per esempio attraverso una terapia cognitivo-comportamentale che aiuti a resistere al desiderio di consumare cannabis», concludono gli autori.