corriere.it, 29 settembre 2025
Turisti, a Milano venduti 16 milioni di pernottamenti in un anno: è come se ogni giorno una città come Lecco si spostasse dentro al capoluogo
Nel 2024 l’industria milanese del turismo, che comprende sia gli hotel, sia le case in affitto breve, ha venduto la mastodontica cifra di quasi 16 milioni e mezzo di pernottamenti. L’aumento rispetto al 2023 è stato di 2 milioni e 380 mila pernottamenti. Una crescita che nel passato non s’era mai verificata in queste proporzioni (se si esclude il recupero del post-Covid). Sette milioni di pernottamenti sono avvenuti in b&b: significa che le strutture alternative agli hotel, nel 2024, hanno assorbito il 42 per cento dell’accoglienza di Milano.
Nel complesso, tra turisti e persone arrivate per lavoro, gli arrivi sono stati 885 mila in più rispetto al 2023. La forza d’attrazione della città continua ad aumentare: in media, ogni notte dell’anno, dormono a Milano 45 mila forestieri. Più o meno, è come se ogni notte tutti gli abitanti di una città come Lecco o Vercelli venissero a dormire a Milano.
Chi scende, chi sale
Prima della pandemia (tra 2015 e 2019) gli alberghi milanesi accoglievano stabilmente 5 milioni di clienti l’anno, che stavano in media un paio di notti, per un totale di oltre 10 milioni di pernottamenti.
Rispetto all’anno dell’Expo, gli hotel di Milano hanno perso circa 290 mila ospiti e 820 mila pernottamenti. Secondo gli analisti del settore la perdita di clienti riguarda in particolare le piccole strutture, a partire da quelle che non hanno recuperato dopo la pandemia, mentre la fascia degli hotel di lusso ed extra lusso resta in continua e potente espansione.
Tra i clienti degli hotel, gli italiani hanno una permanenza media di una notte e mezza, gli stranieri di poco superiore a due notti. Pur se non si è arrivati ai numeri pre-pandemia, gli ospiti degli hotel restano comunque in costante aumento negli anni dopo il Covid. Nulla però che si possa paragonare all’esplosione degli affitti brevi.
La nuova industria
Se si guarda al numero assoluto di persone arrivate in città, nel 2024 il 34 per cento ha scelto una casa in affitto breve (2 milioni e 474 mila persone su 7,15 milioni totali). Chi sceglie di dormire in un b&b trascorre di media più notti a Milano (quasi 3) e dunque queste strutture hanno venduto 7 milioni di pernottamenti, due in più rispetto ai 5 milioni del 2023 (oltre il 42 per cento del totale). È ipotizzabile che gli affitti brevi abbiano accolto una parte della clientela business, ma che soprattutto siano la sistemazione privilegiata per il nuovo flusso di turisti che arriva a Milano al di fuori dei viaggi organizzati.
È comunque una fondamentale voce dell’economia della città: in un decennio i clienti delle case in affitto breve sono passati da poco più di 200 mila a quasi 2,5 milioni; i pernottamenti erano circa un milione (11 per cento del totale) e nel 2024 sono stati appunto 7 milioni.
L’origine
Nel 2024 sono arrivati a Milano quasi 600 mila statunitensi, che restano la nazionalità prevalente tra i forestieri che si fermano in città: lo sono fin dal 2014. Rispetto a un decennio fa sono quasi scomparsi i russi e in proporzione sono diminuiti i cinesi. Gli arrivi dalla Repubblica popolare erano al secondo posto dopo gli Stati Uniti e adesso sono calati al settimo.
Da Francia, Germania, Regno Unito e Spagna esiste un flusso di arrivi in stabile crescita, così anche per il Brasile: mentre sono quasi «scomparsi» i turisti giapponesi.