Avvenire, 28 settembre 2025
Gli Stati Uniti: «L’Iran consegni l’uranio arricchito»
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha rivelato che Washington ha chiesto a Teheran di consegnare tutto il suo uranio arricchito in cambio di una sospensione di tre mesi delle sanzioni, respingendo la richiesta come «inaccettabile». Gli Stati Uniti «vogliono che consegniamo loro tutto il nostro uranio arricchito, e in cambio ci concederebbero tre mesi» di esenzione dalle sanzioni, ha dichiarato Pezeshkian ai giornalisti a New York prima di partire per Teheran. «Questo non è accettabile», ha aggiunto. A rincarare la dose anche le parole dell’ayatollah Ali Khamenri che ha ribadito che con gli «americani non si può trattare perché violano gli accordi. Ma mentre l’Iran ha richiamato gli ambasciatori da Berlino, Parigi e Londra, dopo l’avvio della procedura di sanzioni Onu arrivata per la richiesta dei tre Paesi mediatori, Pezeshkian ha però assicurato che il suo Paese non abbandonerà il Trattato di non proliferazione nucleare, anche se le sanzioni Onu dovessero tornare in vigore a ore. Su tutto i media Usa, che rilanciano l’ipotesi di una ripredsa della lavorazione dell’uranio in un nuovo sito segreto. «L’Iran ha intensificato la costruzione di un misterioso sito sotterraneo nei mesi successivi ai bombardamenti statunitensi e israeliani contro le sue principali strutture nucleari», ha affermato il Washington Post in base all’analisi di foto satellitari. Il sito è conosciuto come Kuh-e Kolang Gaz La, o “Montagna del Piccone”, dove dal 2020 ingegneri iraniani stanno scavando gallerie in profondità nella catena montuosa dello Zagros, circa un miglio a sud di Natanz, obiettivo dei bombardamenti Usa del 22 giugno.