Il Messaggero, 28 settembre 2025
Intervista a Valentina Persia
A volte non sarà raffinatissima, ma la comicità di Valentina Persia piace a tanta gente e si sta guadagnando sempre più spazi in tv. Il 9 ottobre, infatti, dopo più di trent’anni di carriera, la travolgente attrice romana, 54 anni da compiere mercoledì prossimo, sarà alla guida del primo spettacolo televisivo tutto suo dopo il fortunato test di gennaio Sinceramente Persia. One Milf Show, in onda alle 21 sul Nove, il canale in chiaro del gruppo Discovery Warner Bros, quello di Amadeus (chissà per quanto, il 25 settembre l’ex padre padrone di Sanremo ha condotto a Napoli il concerto Una, nessuna, centomila, prossimamente in onda su Canale 5. Sembra proprio che la pratica sia arrivata al capolinea).
Amadeus l’hanno strapagato: nel suo caso le hanno strappato almeno un sorriso?
«Per carità, quelle cifre neanche so immaginarle. A me va bene così: mi pagano per quello che faccio e quello che guadagno mi permette di fare una vita serena».
Dopo la puntata unica di gennaio ha uno show suo in quattro puntate: come ce l’ha fatta?
«Con il talento e i risultati, anche se adesso chi legge questa risposta potrebbe pensare che sono una che se la tira. Diciamo così: talento e una gavetta lunghissima. C’è una frase che mi rappresenta molto bene: “Per angusta ad augusta (traduzione Treccani: “Per vie anguste, cioè difficili, ad auguste cose”, ndr)».
Oddio, la citazione latina no...
«Lo so, ma rende bene quello che è stata la mia vita. Ho sudato davvero sette camicie, ho raschiato il barile e sono risalita al coperchio, e poi sono ritornata giù. Ho preso porte in faccia, ma ho continuato a bussare con le mani, i piedi e anche con la testa. Alla fine qualcuno ha aperto. E adesso me la godo tutta».
Ha mai subito molestie?
«Mai. Non l’ho mai data, anche perché nessuno me l’ha mai chiesta. Forse perché ho sempre messo davanti a tutto quello che so fare sul palco. Comunque se qualcuno l’avesse fatto, chi lo sa... (ride, ndr)».
Fin qui è stata più coraggiosa o incosciente?
«Coraggiosa sicuramente, incosciente anche. Ho sempre detto vado avanti nonostante tutto. Non mi sono mai fermata, sono tignosa. Sono abruzzese d’origine, quindi ho la testa molto dura».
La sua marcia in più qual è, perché piace così tanto?
«Perché sono sincera e umile. E non è una cosa che dico tanto per fare il fenomeno, ma perché lo sono sempre stata. Per questo mi si ama o mi si odia. Io quello che ho in pancia ho in bocca. Non sono costruita».
La cosa che le è venuta meglio?
«Fare la mamma single. Ho avuto i gemelli dieci anni fa con la fecondazione assistita, dopo la morte del mio grande amore Salvo, scomparso a 42 anni per una malattia congenita al cuore. Siamo stati insieme quattro anni e ogni anno ha avuto un infarto. È stata durissima».
E adesso?
«È faticoso tutto, ma si fa. Non sono speciale, anzi sono molto fortunata rispetto alle altre mamme che, alle fatiche di ogni giorno, aggiungono quella di arrivare a fine mese con i soldi. Quelli sono i veri problemi».
Lei, dopo il parto, ha sofferto di depressione: come ne è uscita?
«Sono stati cinque mesi tremendi, ma ne sono uscita rivolgendomi a uno specialista. Non c’è niente di male a chiedere aiuto».
In quei cinque mesi si è guardata intorno e chi ha trovato?
«Nessuno. Il vuoto totale. “Ti daremo una mano, Valentina. Vedrai, saremo sempre a casa tua”. Il deserto. Ringrazio comunque perché mi sono riscoperta una donna forte, una madre capace».
E i suoi familiari le hanno dato una mano?
«Qualcuno sì, certo. Alle donne, comunque, vorrei dire: se qualcosa non va, fatevi aiutare. Non dite che ce la fate da sole perché bisogna dimostrare di essere forti quando in quel momento non lo siete. Poi si riparte. Prima bisogna farsi curare ed è giusto che sia così».
Adesso ogni tanto fa un tagliando, va dallo psicologo?
«No. Adesso capisco subito se sono stanca e più vulnerabile. Ormai ho scoperto il lupo e je faccio tana, come si dice a Roma».
Dopo il test di gennaio, da sola in tv con un suo show, cosa l’ha sorpresa di più?
«Che dopo trent’anni di carriera ho ancora tanto da dire. Sono sempre sul pezzo e difficilmente mi faccio trovare impreparata».
La delusione più cocente (e recente)?
«Poco fa mi sono legata affettivamente a persone che hanno trovato molto conveniente starmi vicino per un po’ e poi sono sparite. Ci sono rimasta male, ma sono contenta che sia così perché significa che ci credo ancora a certi valori. Il mio ambiente è così, tutti a dire “amore, tesoro, cara, noi resteremo sempre uniti...”, e poi niente. Va bene, tanto succede a tutti, in ogni contesto».
Lei è simpatica, brava, attraente: la magagna qual è?
«Sono permalosa e logorroica. Se, come è successo di recente, qualcuno mi dice: “Meglio se ti metti una gonna lunga perché quella corta non te la puoi più permettere”, ci resto male. Il problema è che è tutto vero. I bozzi quelli sono (ride, ndr)».
Chi se parla male di lei, sotto sotto ha qualche motivo per farlo?
«Non lo so, però di sicuro il novanta per cento delle persone che incontro se mi dice una cosa molto probabilmente pensa il contrario: “Amore, come stai bene!”. Beato chi ce crede».
La cosa che le piacerebbe fare, ma è meglio lasciar perdere, qual è?
«Oddio... Mamma mia... Lo dico?».
Certo.
«Parlare male di chiunque».
Tipo? Faccia almeno un nome.
«È pazzo? Con il “politicamente corretto” non si può dire più niente».
Ma come? Lei è sincera, diretta...
«Oddio, che mi fa dire? Lo sa cosa farei? Uno show imitando tante donne dello spettacolo che finalmente dicono quello che pensano».
Ci riprovo. Nel suo show c’è una rubrica, “La pancetta del Paese”, dove dice quello che davvero ha in mente la gente. Lei che ne pensa di Barbara D’Urso?
«Che l’hanno messa dentro una bara di ghiaccio, ha 68 anni e un fisico pazzesco. Come fa? A proposito, Milly fa la brava, chiamami! Io mi sono diplomata all’Accademia Nazionale di Danza, dai. Pensi che Zarco, il maestro coreografo di arte e balletto, nel 1989 mi disse che sarei diventata una comica. Scoppiai a piangere io volevo fare la ballerina. Alla fine fu il mio primo talent scout».
La svolta quando c’è stata?
«In un villaggio turistico in Sardegna, nel 1992. Io andai come prima ballerina, ma facevo anche la valletta strampalata nello spettacolino serale. Una sera mi vide un famoso regista e mi disse: “Come ballerina più brave di te ce ne sono tante, come comica dopo un corso di dizione e recitazione puoi fare tanto e bene"».
Chi era il regista?
«Pierfrancesco Pingitore. Ascoltai il suo consiglio. Tornai a Roma e mi iscrissi alla scuola di recitazione di Enzo Garinei».
Per magia, tutto e subito, cosa vorrebbe?
«Un regista e una produzione che mi scritturassero per un bel ruolo in un film importante?».
Comico o drammatico?
«Un personaggio brillante ci starebbe tutto, per esempio con Antonio Albanese, che adoro, ma sono certa che se qualcuno mi offrisse una parte da prostituta o ergastolana, me la caverei. In Diamanti di Ferzan Ozpetek, per fare un esempio, mancavo solo io».
C’è un pregiudizio nei suoi confronti che resiste a tutto?
«Sempre quello: Valentina Persia, quella delle barzellette. Per carità, è vero, ma sono anche altro».
Ha detto tutto quello che c’era da dire alle persone per lei importanti?
«Sì. Dormo abbastanza tranquilla la sera, dopo che mi sono struccata e ho messo a posto l’abito di scena, Le mie notti sono fatte di dormite serene. Non ho scheletri nell’armadio».
La prima cosa che direbbe al suo grande amore, morto undici anni fa, qual è?
«Ci sei. Lo so. Hai promesso e mantenuto la promessa. Grazie».
La cosa più importante da trasmettere ai suoi due figli gemelli, adesso, qual è?
«Siate sempre generosi, ma solo con chi se lo merita. E siate curiosi di vita. Ogni giorno».