Corriere della Sera, 28 settembre 2025
Le due anomalie non dette del caso Beatrice Venezi alla fenice
Le due vere anomalie del caso di Beatrice Venezi alla Fenice non sono ancora state dette in modo esplicito. Innanzitutto è la prima volta che una nomina tecnica e artistica è figlia diretta della politica. In secondo luogo è la prima volta che un direttore musicale viene nominato alla testa di un’orchestra che non ha mai diretto in un’opera o in un concerto; il fuoriclasse Riccardo Muti, che è in un’altra categoria, arrivò a Roma avendo diretto prima due opere. Questa è la prima goccia del nuovo andazzo che potrebbe propagarsi a macchia d’olio. Non a caso i dipendenti di altri teatri (Scala, Petruzzelli di Bari, Regio di Torino, Maggio di Firenze) hanno alzato il capo e manifestato solidarietà alle maestranze di Venezia che all’unanimità (tutti pericolosi comunisti?) chiedono la revoca della nomina alla direttrice d’orchestra. Discriminazioni sulla Venezi (amica di Meloni e figlia di un dirigente di Forza Nuova) in quanto donna? Un’altra italiana, Speranza Scappucci, è ora direttrice ospite principale del Covent Garden. L’Orchestra della Fenice fa notare che Venezi non ha una vera carriera internazionale; ha appena accompagnato Placido Domingo, in una fine carriera non gloriosissima, in un concerto a Bangkok, che non è Vienna o Berlino. E poi esiste un problema oggettivo di repertorio: quanti titoli d’opera ha diretto nella sua carriera? Il suo repertorio sinfonico, quali grandi autori come Mahler o Bruckner annovera? Che poi Venezi faccia una pubblicità in tv non è rilevante, né in senso positivo né negativo: ne hanno fatte Muti, Bartoli, Netrebko, Kaufmann. La bozza del nuovo Codice dello spettacolo prevede un depotenziamento della figura del sindaco, che è presidente della Fondazione lirica nella città che governa e dunque conosce meglio la realtà del suo teatro. Sono meccanismi fragili e delicati dove la qualità e la musica devono stare al centro, e sono il risultato di una condivisione, non di decisioni imposte dall’alto. Intanto Michele Spotti, giovane vero talento di 32 anni, direttore musicale a Marsiglia, tre giorni fa è anche stato nominato direttore ospite principale alla Deutsche Oper di Berlino.