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 2025  settembre 27 Sabato calendario

Rottamazione, Fdi frena ma la Lega rilancia "Anche per i recidivi"

Fratelli d’Italia frena sulla rottamazione delle cartelle chiesta dalla Lega. Nel corso di una riunione sul cantiere della manovra a cui hanno partecipato i parlamentari meloniani, presieduta qualche giorno fa dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, è emerso il malumore del partito sulla sanatoria fiscale pretesa da Matteo Salvini.
L’idea di inserire nella legge di bilancio una rottamazione da 120 rate per tutti, compresi i recidivi seriali che sono decaduti dalle definizioni agevolate precedenti, non convince diversi esponenti di Fratelli d’Italia che hanno partecipato al tavolo. La preoccupazione è che un provvedimento così congegnato venga a costare troppo e dunque eroda le risorse a disposizione per la manovra. La priorità per il partito della premier, così come per Forza Italia, è la riduzione dell’Irpef al ceto medio, con un taglio di due punti dell’aliquota del 35% sui redditi tra 28 mila e 50 mila euro. Dai ragionamenti che si sono fatti alla riunione, difficilmente si riuscirà ad allargare la base fino a 60 mila euro, perché le coperture crescerebbero da due miliardi e mezzo a quattro miliardi. La rottamazione, invece, riferisce una fonte, dovrà essere molto selettiva, con una platea ristretta e costare uno o due miliardi al massimo. E non è detto che il disegno di legge all’esame della commissione Finanze del Senato finisca davvero nella legge di bilancio, che potrebbe contenere solo i fondi necessari, mentre il provvedimento sulla pace fiscale correrebbe su un canale differente.
Lo Stato maggiore di Fratelli d’Italia resta molto cauto nelle dichiarazioni pubbliche sulla manovra, lasciando Forza Italia e la Lega ad accapigliarsi quotidianamente nel derby tra fisco e banche, ma sottotraccia ribolle il dibattito sulle misure. Insomma, il mood generale è che risparmiando sulla rottamazione si possano alimentare altri capitoli della finanziaria. Ad esempio, la detassazione degli straordinari, la sanità e la natalità, con detrazioni più corpose per i nuclei numerosi. Per sciogliere i nodi servirà una riunione tra i leader prima della manovra, intanto il Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo dovrebbe varare il Documento programmatico di finanza pubblica (la vecchia Nadef), mentre la legge di Bilancio vera e propria è attesa intorno al 15 ottobre.
Negli ultimi giorni il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato della rottamazione, anzi, ha preferito chiamarla pace fiscale, come di un obiettivo «in vista» e di un risultato «ragionevole che si può raggiungere» per aiutare quei contribuenti in difficoltà. Secondo alcuni rumors, un’intesa si potrebbe trovare con una sanatoria più corta, non più decennale, e con un anticipo da versare subito nelle prime rate – pari al 5% del debito complessivo – per scongiurare i furbetti che aderiscono e poi non pagano solo per avere uno scudo sui pignoramenti. Tuttavia il Carroccio pare non voler cedere. Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive della Camera e responsabile fiscale della Lega, rilancia: «Non vogliamo trattamenti asimmetrici: dovranno poter accedere anche i debitori decaduti dalle precedenti edizioni». Gusmeroli inoltre conferma la rottamazione lunga: «La nostra proposta si esprime su un arco temporale sostenibile e non contempla pesanti acconti in ingresso, aiuterà l’erario a incassare somme altrimenti non recuperabili». Le coperture, insiste Salvini, dovrebbero arrivare dalle banche. Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli invita la politica a «non fare demagogia» visto che il sistema bancario e i suoi azionisti pagano complessivamente il 55% di tasse. Patuelli ricorda l’intesa già fatta con il governo sui crediti fiscali per il 2025 e 2026, però lascia una porta aperta: «Siamo interlocutori disponibili al confronto e all’approfondimento dell’accordo biennale e al prosieguo, se qualcuno ci chiama».