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 2025  settembre 27 Sabato calendario

Vietato stendere il bucato a Sestri Levante, la stretta del sindaco diventa un caso politico

Sono vietati i distributori automatici di articoli erotici, ma è vietato pure stendere la biancheria e legare le bici ai lampioni. È vietata la prostituzione in strada, e anche arrampicarsi sugli alberi. È diventato un caso politico che sta rimbalzando ben oltre i confini regionali la battaglia moralizzatrice che anima il sindaco Francesco Solinas: pare degna di Amsterdam e invece si svolge in Liguria, tra i sonnolenti e pittoreschi vicoli di Sestri Levante, dove l’esponente civico di una maggioranza a forte impronta leghista e un più attenuato contributo cattolico ha portato in consiglio comunale il nuovo regolamento di polizia urbana.
È una gragnuola di divieti, estesi con un lessico che oscilla tra il moralismo dei rotocalchi di inizio Novecento (“recare disguido, raccapriccio”) e il codice Rocco quello che le opposizioni hanno ridefinito il “divietometro” di Solinas. Il documento sfonda qualsiasi confine, dalle libertà costituzionali alle leggi nazionali alla proprietà privata. È vietato arrampicarsi sugli alberi, sedersi per terra nelle piazze e circolare a torso nudo o a piedi nudi. È vietato giocare a palla, alle bocce e a calcio, ma “solo” per chi ha più di dodici anni. È vietato lanciare “farina o schiuma”, pure ai matrimoni. È vietato fare baccano per strada, ma anche a casa propria, è vietato tenere in disordine il proprio balcone o giardino. Chiedere l’elemosina, poi, può essere considerata una “offesa alla pubblica decenza”. L’assedio dei turisti e la mala movida, sarebbero le leve che hanno innescato la stretta di Solinas. Le multe sono serie: da cinquanta a trecento euro fino al Daspo urbano, con un margine, definito “ampio”, di discrezionalità da parte degli agenti di polizia locale.
 
Tutto questo accade nella strepitosa località del Levante ligure, famosa per l’Andersen Festival per la letteratura dell’infanzia e la suggestiva baia del Silenzio, dove fiabe e diritti (non solo dei bambini) hanno sempre sciabordato sotto il promontorio, in una delle più longeve roccaforti del centrosinistra anche quando la Liguria era ormai tutta conquistata dal centrodestra (e la sindaca “resistente” era Valentina Ghio, ora parlamentare Pd in prima linea nella commissione per la lotta alla violenza di genere e femminicidio), prima di arrendersi, due anni fa, proprio a Solinas. Le opposizioni hanno puntato sull’ostruzionismo presentando oltre 237 emendamenti. E dopo l’ultima seduta di consiglio comunale, l’altro giorno, e l’ennesima bagarre, la votazione del regolamento è “solo rimandata”, promette il presidente del consiglio Gianpaolo Benedetti.
«È assurdo e liberticida – denuncia Marcello Massucco, ex candidato sindaco per il centrosinistra e capo dell’opposizione – si perde tempo in provvedimenti dannosi, quando i cittadini attendono risposte sulle vere priorità». «Se passerà il regolamento, sarebbe meglio chiamarlo stato di polizia», protestano addirittura anche FdI e FI. «Non è assolutamente oppressivo, ma completo e moderno», rivendica il sindaco che, per aggirare l’ostruzionismo, ha escogitato una modifica anche al regolamento comunale: gli emendamenti saranno raggruppati per argomento. Così, da 237 diventerebbero uno. Ma la battaglia è solo all’inizio.