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 2025  settembre 26 Venerdì calendario

Intervista a Lennon Gallagher

Una delle differenze tra le persone comuni e quelle non, è che le prime possono smaltire gli hangover in santa pace, senza che nessun agente o agenda li tiri giù dal letto all’alba il giorno dopo. Come invece è successo a Lennon Gallagher, vittima di una sveglia implacabile: “Ero al matrimonio di un amico, a Londra”, racconta sprofondato sul divano, dopo questo servizio fotografico per U. Ma ha la resistenza dei 26 anni e, sotto le sopracciglia di casa Gallagher, non reca tracce di postumi. “Sa, il solito ricevimento inglese, fiori, musica, tanta birra. Poi però: “Scusate ragazzi, devo prendere un aereo per Milano”, molto rockstar”.
Figlio di Liam Gallagher e Patsy Kensit, un nome ispirato al grande John. Eppure oggi la ritroviamo nel fashion system. Sta fuggendo dai fantasmi dell’eredità musicale? Ha ascoltato sua mamma: Take this ghost away from me...
LG: “Ma no, per me non sono spettri. Ho sempre ammirato il lavoro dei miei e se ho formato una band (gli Automotion, ndr) è per l’esempio di mio padre. Però c’è stato un periodo in cui volevo fare l’attore. Macinavo casting per entrare in qualche serie”.
CM: Come andarono?
LG: “Le registrazioni andrebbero seppellite. Tremende. Ma chissà, magari un giorno ci riproverò”.
CM: Non la ispira di più il successo bis di suo padre, con gli Oasis? Quest’estate hanno riempito gli stadi.
LG: “Questo è un momento fantastico e molto importante, per lui e mio zio. Siamo stati fortunati – io, mio fratello, mio cugino e mia sorella – ad avere avuto la possibilità di vederli. Papà ha lavorato sodo e si è impegnato, per il pubblico e la famiglia”.
CM: Va d’accordo con sua sorella Molly (Moorish-Gallagher, nata dalla relazione extraconiugale di Liam con la cantante Lisa Moorish)?
LG: “La adoro. Per me è una delle donne più belle del mondo. Ora è incinta di un maschietto, sa? Io e Jamie (il fratellastro avuto da Kensit con Jim Kerr, ndr) saremo zii fighissimi”.
CM: E gli Oasis nonni. Non avrete ascoltato solo la band di famiglia.
LG: “No, certo. Dopo la separazione dei miei ho avuto due amplificatori: da mio padre Beatles o Who, mentre a casa di mia mamma la colonna sonora era firmata da Blondie, Debbie Harry, David Bowie. È stata lei a farmelo conoscere ed è diventato una costante della mia vita, un modello per la sua arte, il trasformismo, un’immagine che è stata e sarà di moda in qualsiasi epoca”.
CM: Anche sua mamma se la cavava bene con i vestiti, a parte uno: le ha mai raccontato del momento cringe, a Sanremo 1987, quando la spallina del suo miniabito cedette? Se gli italiani ancora ricordano Will You Remember è merito di quell’incidente.
LG: “No, non me l’ha mai detto!”.
CM: Beh, si sarà dimenticata.
LG: “Ma mi ha sempre parlato dell’Italia, la ama tanto, è il Paese in cui gli Eighth Wonder andavano più forte”.
CM: L’insegnamento migliore da parte di papà Gallagher come musicista?
LG: “Quando ho iniziato a esibirmi con la mia band ero sempre nervosissimo: “Papà, non credo che riuscirò a cantare”. E lui: “Non pensarci, sali sul palco e urlala fuori, la tua paura. Il resto verrà. Se piace, bene. Se non piace, non piace”. Lo tengo ancora a mente”.
CM: E un consiglio prezioso materno per muoversi nel mondo della moda?
LG: “Sono due, uno è: “Dai sempre una mano sui set e cerca di essere il primo ad arrivare e l’ultimo ad andartene”. Era la sua regola aurea”.
CM: E l’altro?
LG: ““Non lasciare i vestiti per terra, nessuno te li raccoglierà. E piegali””.

LG: “Lo scorso febbraio ho fatto una campagna per i Gommino (i mocassini, ndr), ma questo è il primo shooting con loro per un magazine”.
CM: Le è piaciuto?
LG: “Molto. È stato bello, mi sono sentito bene nei look, con il team… E poi questo posto è fantastico”.
CM: Tipico appartamento milanese chic: zona Vincenzo Monti. Piano alto, atmosfera vissuta, calda, molti indizi di figli piccoli….
LG: “Per fortuna i giochi dei bambini non sono nelle foto. Almeno credo”.
CM: A proposito di giochi: dal suo profilo Instagram, pare che non si diletti granché con i social.
LG: “Vero, non posto molto, non ho nemmeno TikTok. Solo Instagram e solo per lavoro pubblico le immagini della moda, qualche foto stupida se sono abbastanza ubriaco”.
CM: Ricordi speciali con i suoi genitori?
LG: “Da piccolo sgattaiolavo dentro i loro armadi: erano pieni di roba incredibile e pensavo che solo le star potessero indossare abiti simili. Rubavo le T-shirt di mia mamma per andare a scuola. Un giorno ne presi una con sopra David Bowie, uscendo mi sentivo così figo... Poi, quando tornai a casa, era lì ad aspettarmi sulla porta: “Ecco dov’era, ridammela subito!”. Mi ha messo in punizione per un bel po’”.

CM: Ai tempi della scuola, il suo cognome era magnetico o respingente?
LG: “Ai miei compagni di chi fossi figlio non è mai importato più di tanto. Sono stato fortunato”.
CM: Nemmeno un po’?
LG: “Diciamo che non è mai diventato un problema serio. Del resto io non ho mai alzato la cresta. Se mai è stato successivamente che le persone hanno cominciato a farmi domande”.
CM: Difficile farsi degli amici?
LG: “Non direi. Non lo è mai stato, perché ho sempre puntato a condividere le stesse passioni, i gusti musicali. Oggi ho un ottimo giro di amici, di certo continueranno a esserlo per tutta la vita. Ognuno viene da un contesto diverso, uno lavora per un’organizzazione ambientalista, un altro è assistente sociale. Sono persone fantastiche, amo la mia crew”.
CM: Conosce anche Missy Albarn (figlia di Damon, dei Blur)?
LG: “Macché, non l’ho mai incontrata”.
CM: Peccato, sarebbe un’amicizia che cancellerebbe gli antichi antagonismi tra le due band.
LG: “Ricordo che una volta, avrò avuto 17 anni, a uno shooting mi fecero indossare una T-shirt dei Blur”.
CM: Che infami.
LG: “Vero? Quando mio padre vide le foto ci piazzò sopra il dito: “Che cazzo la indossi a fare, quella?”. In fondo, credo che scherzasse. Poi si addolcì: “Massì, chi se ne frega. La musica è musica, la gente è libera di ascoltare quello che vuole””.
CM: Lei ascolta più britpop o grunge?
LG: “Grunge! Preferisco i toni dark. I Nine Inch Nails sono tra i miei gruppi preferiti di sempre, poi anche gli Stone Temple Pilots, Alice in Chains, i Nirvana… Kurt Cobain ha avuto una forte influenza da adolescente. Quando una mattina, portandomi a scuola in macchina, mia mamma mise In Utero fu un colpo di fulmine”.
CM: Ora è innamorato?
LG: “Molto: lei si chiama Izzy (Isobel Richmond, ndr), fa la modella per la mia stessa agenzia, prima scriveva anche per l’Evening Standard. Abbiamo scattato di recente un servizio per Vogue Uk. Non vedo l’ora di tornare a Londra per rivederla”.
CM: Se non fosse figlio della coppia emblema della coolness anni 90?
LG: “Vorrei fare lo stesso di adesso”.

CM: Il palcoscenico le piace proprio.
LG: “Quale?"
CM: La moda, i set fotografici, le campagne pubblicitarie… questa casa.
LG: “Sì, amo questo mondo, nella moda mi sento davvero a mio agio”.
CM: Mai provato imbarazzo?
LG: “A volte mi sono sentito assurdo, sul serio... Ma anche quello mi piace”.