Avvenire, 25 settembre 2025
«La povertà continua a crescere. Più risorse e tavolo permanente»
Non è certo la prima volta che l’Alleanza contro la Povertà lancia un grido d’allarme alla politica nazionale. Da dodici anni, questa realtà che unisce 35 associazioni e organizzazioni di varia natura monitora costantemente una piaga sempre più diffusa nel Paese. E con cadenza annuale, quando il cantiere della Legge di Bilancio entra nel vivo, redige un rapporto rivolto alle forze parlamentari per sollecitare i partiti politici a rendere più efficace il contrasto alla povertà.
Che cos’è cambiato rispetto alle puntate precedenti? Nulla, in positivo. Il quadro che emerge dal documento aggiornato è ulteriormente peggiorato. Il nuovo report, presentato ieri a Roma al Chiostro di San Salvatore in Lauro durante un evento pubblico con rappresentanti delle istituzioni e della società civile, ci segnala – numeri alla mano – che la povertà non arretra. Anzi, è un fenomeno che cresce in modo multiforme. Anche perché i partiti sono rimasti in gran parte sordi alle sollecitazioni e alle richieste di intervento avanzate negli anni dall’Alleanza.
Gli ultimi numeri contenuti nel position paper sono impietosi: oltre 2,2 milioni di famiglie (8,4%) – pari a 5,7 milioni di individui, in pratica una persona su dieci – vivono in povertà assoluta. Una platea in cui si contano più di 1,3 milioni di minori. Quasi un bambino su sette in Italia cresce in condizioni di privazione materiale grave. A essere colpite sono soprattutto le famiglie numerose, quelle monogenitoriali e quelle con almeno un componente straniero. Ma quasi nessuna categoria può considerarsi davvero immune dallo scivolare in una condizione di miseria.
«La povertà è ormai un fenomeno strutturale e intergenerazionale, aggravato da due fattori principali: la riduzione del sostegno pubblico – con il passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione, che ha escluso una parte significativa dei beneficiari – e una forte accelerazione dell’inflazione (in particolare per i beni alimentari e per gli affitti), che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie vulnerabili», ha affermato il portavoce dell’Alleanza contro la povertà, Antonio Russo. Il nuovo sistema di sostegno – si legge nel report di quest’anno – è meno inclusivo e più complesso, perché taglia fuori molte persone che avrebbero bisogno di aiuto. Il quadro italiano appare ancora più critico se paragonato alla situazione di altri Paesi europei. Dai dati aggiornati al 2022 in Germania la misura di reddito minimo copriva il 6,4% della popolazione, in Francia il 6,1%, in Grecia il 5,7%. In Italia, con l’Assegno di inclusione, la copertura si è fermata al 2,5%. Il documento non si limita a diffondere dati e a denunciare il “non fatto”, ma suggerisce azioni d’urgenza unite a interventi di medio-lungo periodo. Da un lato, si chiedono misure immediate, come l’estensione del Reddito di cittadinanza per chi ne è rimasto escluso o comunque il ritorno a una misura di carattere universale. Dall’altro lato, vengono avanzate otto proposte di modifica della legge 85/2023 (nota come “Decreto lavoro”): reintrodurre una soglia reddituale più alta per chi vive in affitto; allentare i vincoli di residenza per gli stranieri; rivedere la scala di equivalenza per includere più adulti senza carichi di cura; indicizzare le soglie all’inflazione. Tra gli interventi considerati prioritari rientrano anche il rafforzamento dei servizi comunali e una maggiore integrazione tra reddito minimo e lavoro. «La povertà in Italia – ha avvertito Russo – è ormai una ferita intergenerazionale che rischia di cronicizzarsi. Con l’intensità della deprivazione che si sta allargando anche al cosiddetto “ceto medio-basso”».
A proposito di azioni concrete, l’Alleanza ha chiesto alle forze politiche di attivare un tavolo tecnico- politico permanente e un intergruppo parlamentare proprio con l’obiettivo di rivedere in profondità le misure esistenti e costruire un sistema più equo e coerente con i principi costituzionali di giustizia sociale. All’evento sono intervenuti anche alcuni rappresentanti delle forze politiche. Tra i partiti di maggioranza ha partecipato solo Fratelli d’Italia, con la deputata Maddalena Morgante, che ha sottolineato l’importanza «di favorire la creazione di reti di solidarietà per la lotta alla povertà, cercando di aumentare il sostegno alle famiglie, a cui comunque nelle ultime tre Leggi di bilancio abbiamo destinato complessivamente 4 miliardi». Più nutrita è stata la partecipazione dei partiti di opposizione: Marco Furfaro (Pd), Mauro Del Barba (Italia Viva), Valentina Barzotti (M5s) e Elisabetta Piccolotti (Avs). Con toni e sfumature diverse, i quattro parlamentari hanno evidenziato come il governo abbia “fatto cassa” sulla pelle dei poveri. Per Barzotti «dividere i poveri per categorie è quanto di più cinico si potesse fare». Furfaro si è soffermato sulla necessità di «attivare meccanismi che consentano sia di prevenire lo scivolamento in condizioni di miseria per chi è più a rischio sia di sbloccare l’ascensore sociale per evitare che la povertà diventi una condizione irreversibile».
Oltre agli esponenti di Pd e M5s, anche Piccolotti e Del Barba si sono detti favorevoli alla nascita di un intergruppo parlamentare sulla questione. Nei prossimi giorni l’Alleanza contro la Povertà solleciterà una risposta anche dal Governo e dai partiti di maggioranza sulla proposta di istituire un tavolo di confronto permanente sul tema. «Ignorare che la povertà sia diventata ormai una realtà strutturale – conclude Russo – significa non prendersi cura di chi non ce la fa e, contemporaneamente, compromettere il futuro di intere generazioni».