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 2025  settembre 25 Giovedì calendario

In che Stato

Giorgia Meloni dice che riconoscerà lo Stato palestinese solo se Hamas rilascerà tutti gli ostaggi e sarà “escluso da qualsiasi dinamica di governo”. Quindi il diritto di 14 milioni di palestinesi a uno Stato dipende da Hamas. Che però è nato a Gaza nel 1987, quando i palestinesi non avevano uno Stato e anche per quel motivo. Non solo: in Cisgiordania, magna pars dello Stato palestinese disegnato dagli accordi di Oslo del 1993, Hamas non c’è più da un pezzo: nel 2006 vinse le elezioni per l’Autorità nazionale palestinese (Anp) a Gaza e in Cisgiordania, anche grazie alla rinuncia verbale a prendersi tutto “dal fiume al mare”, dal Giordano al Mediterraneo, cioè a distruggere Israele. Ma poi i suoi miliziani e quelli dell’Olp si scannarono in una guerra civile e si spartirono le terre: la Striscia ad Hamas, la Cisgiordania all’Olp. Ora, dopo la mattanza del 7 ottobre, Hamas non ha alcun futuro politico: non perché lo chiede la Meloni, ma perché nessuno Stato, neppure i suoi finanziatori arabi, lo considera più un soggetto spendibile.
Quindi riconoscere lo Stato palestinese senza dire dove e come è già un collutorio per sciacquarsi la coscienza e non parlare di sanzioni a Israele; ma riconoscerlo ponendo condizioni è una doppia ipocrisia. Ogni Stato deve avere un territorio e quello palestinese non ce l’ha. Ce l’aveva nel 1947, quando l’Onu spartì l’area dal fiume al mare (28 mila kmq, pari a Piemonte e Val d’Aosta) in due Stati: il 56% a Israele (più ampio perché il 40% era il deserto del Negev), il 44 alla Palestina, Gerusalemme sotto l’Onu. Ma nacque solo lo Stato ebraico: la leadership palestinese e i regimi arabi preferirono la guerra per distruggere Israele anziché edificare la Palestina. Nel 1948 Cisgiordania e Gaza furono occupate da Giordania ed Egitto, mentre Israele prese tutta la Galilea e Gerusalemme Ovest. Nel 1967 Israele vinse la guerra dei Sei Giorni e occupò Cisgiordania, Gerusalemme Est, Sinai e Gaza. Nel 1973 Israele respinse l’ennesimo assalto arabo e nel ’78 fece pace con l’Egitto, che riebbe il Sinai, ma non rivolle Gaza. La Striscia restò occupata fino al 2005, quando Sharon ritirò truppe e coloni. La Cisgiordania dal 1995 è divisa in tre zone: la A (il 18%) è amministrata dall’Anp, la B (il 22%) da Israele e Anp, la C (il 60%) da Israele. La soluzione doveva essere temporanea, con un progressivo passaggio di consegne all’Anp. A cui nel 2008 Olmert offrì più territori di quelli occupati nel ’67 e Gerusalemme Est capitale (6.260 kmq), ma Abu Mazen non firmò. Poi arrivò Netanyahu. Che fermò il percorso di Oslo e poi lo annientò. Ora la Striscia è rasa al suolo e il 42% della Cisgiordania è occupato da colonie ebraiche vecchie e nuove (+180% dal 2020). Avete mai visto uno Stato senza terra?