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 2025  settembre 25 Giovedì calendario

Tumori, l’allarme globale: nel 2050 oltre 30 milioni di nuove diagnosi ogni anno

Un giorno, nel 2050, 83.000 persone nel mondo riceveranno la stessa notizia: “Lei ha un tumore”. È come se ogni mattina un’intera città venisse colpita. In un anno, significherà 30,5 milioni di nuove diagnosi e 18,6 milioni di morti. Lo rivela una nuova analisi dei Global Burden of Disease Study Cancer Collaborators, pubblicata su The Lancet, che fotografa l’aumento dei casi di cancro tra il 1990 e il 2023 e ne traccia le previsioni fino a metà secolo. Lo studio prende in esame i dati di 204 Paesi e territori nel mondo su 47 tipi o gruppi di tumori.
I numeri della crescita
Dal 1990 al 2023 i casi di tumore sono più che raddoppiati, passando da 9 a 18,5 milioni. Nello stesso periodo i decessi sono aumentati del 74%, fino a 10,4 milioni (escludendo i tumori cutanei non melanoma). Il futuro appare ancora più drammatico: nei prossimi 25 anni le nuove diagnosi saliranno del 61%, mentre i morti per tumore aumenteranno del 75% arrivando a 18,6 milioni, trainati soprattutto dalla crescita demografica e dall’invecchiamento della popolazione.

“Il cancro contribuisce in maniera importante al carico globale di malattia ed è destinato a crescere nei prossimi decenni, con una crescita sproporzionata nei Paesi a risorse limitate”, spiega su The Lancet Lisa Force, dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), Università di Washington e prima autrice dello studio. “Nonostante l’evidente necessità di agire, le politiche di controllo del cancro e la loro implementazione restano una priorità secondaria nella salute globale e i finanziamenti sono insufficienti in molti contesti”.
Chi paga il prezzo più alto
Il peso maggiore ricade sui Paesi a basso e medio reddito (Lmics). Già oggi ospitano oltre la metà delle nuove diagnosi e i due terzi dei decessi. I numeri lo dimostrano: dal 1990 al 2023 i tassi di mortalità standardizzati per età sono diminuiti del 24% a livello globale, ma solo grazie ai Paesi ad alto reddito; al contrario, nei Paesi a basso reddito, i tassi di incidenza sono aumentati del 24%, in quelli medio-bassi del 29%. Il Libano ha registrato l’aumento maggiore di incidenza e mortalità, mentre gli Emirati Arabi Uniti hanno avuto la riduzione più significativa dell’incidenza e il Kazakistan della mortalità. Nel 2023 il tumore più diagnosticato è stato quello della mammella, mentre il cancro di trachea, bronchi e polmoni è risultato la principale causa di morte oncologica.
Eppure, una strategia per evitare nuove diagnosi e mortalità ci sarebbe visto che lo studio stima che il 42% dei decessi per cancro nel 2023 (4,3 milioni di morti) sia attribuibile a 44 fattori di rischio modificabili. Il principale è il tabacco, responsabile del 21% delle morti globali.
Negli uomini, pesano soprattutto fumo, dieta scorretta, alcol, rischi professionali e inquinamento atmosferico. Nelle donne, invece, oltre al tabacco, emergono sesso non protetto, obesità, alimentazione poco sana e iperglicemia. Dunque, c’è un’opportunità concreta di prevenzione. “Con quattro morti su dieci legate a fattori di rischio noti e modificabili, ci sono enormi opportunità di prevenzione, insieme a diagnosi più accurate e trattamenti tempestivi”, sottolinea Theo Vos (IHME).
Anche se il numero assoluto di casi e decessi è destinato ad aumentare significativamente tra il 2024 e il 2050, c’è un dato incoraggiante: se si considerano i tassi standardizzati per età, non è previsto un incremento. Questo significa che la crescita sarà dovuta principalmente alla popolazione in aumento e all’invecchiamento globale. Questo miglioramento, però, è ancora lontano dal raggiungimento dell’ambizioso Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite: ridurre di un terzo la mortalità prematura dovuta a malattie non trasmissibili, incluso il cancro, entro il 2030.
Se l’aumento del numero di tumori è in gran parte dovuto all’invecchiamento e all’aumento della popolazione, non si può trascurare la disuguaglianza nell’accesso alle cure. In molti Paesi mancano diagnosi precoci, terapie innovative e perfino registri per monitorare i dati. “L’aumento dei tumori nei Paesi a basso e medio reddito è un disastro imminente”, avverte Meghnath Dhimal del Nepal Health Research Council. “Servono interventi costo-efficaci e una collaborazione multisettoriale urgente”. Gli esperti ribadiscono che investire in prevenzione e rafforzare i sistemi sanitari deve diventare una priorità.