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 2025  settembre 25 Giovedì calendario

Ecco gli alberi che raffreddano di più le città

Da Madrid a Milano, da Roma a Lisbona, nelle grandi città la colonnina di mercurio sta aumentando sempre di più. Alcuni materiali edili, come asfalto, cemento, mattoni, assorbono il calore durante il giorno, lo trattengono e lo rilasciano lentamente di notte. Pertanto, anche dopo il tramonto, le temperature rimangono elevate, con una differenza sempre più marcata rispetto alle aree rurali, che può raggiungere gli 8 gradi. Una delle soluzioni più efficaci a questo problema sono gli alberi, che non solo forniscono ombra, ma raffreddano anche l’aria attraverso il trasferimento di umidità nell’atmosfera, un processo che gli esperti chiamano evapotraspirazione. Non tutte le piante hanno, però, lo stesso effetto: alcune sono più efficaci di altre nel rinfrescare le aree metropolitane.
La ricerca spagnola
Ed è proprio ciò che risulta da un recente studio pubblicato su Building and Environment e condotto dai ricercatori dell’Università di Valencia, in Spagna, che hanno usato sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare la temperatura della superficie terrestre. Con le Support vector machines, un tipo di machine learning, hanno ottenuto previsioni molto accurate, con un’affidabilità superiore all’80%. Questo metodo ha consentito di andare oltre il dato generale sul calore e di identificare le specie arboree più idonee a mitigare l’afa. Grazie alle analisi, sono emerse tre varietà in particolare: il cinnamomo cinese (Melia azedarach), che cresce rapidamente e ha foglie grandi e fitte; il fiore d’arancio giapponese (Pittosporum tobira), che è resistente alla siccità e ha una chioma bassa e compatta, ideale per le strade strette; l’olmo (Ulmus minor), che vanta fronde ampie, sebbene il suo impiego sia diminuito a causa della vulnerabilità a malattie come la grafiosi, causata da un fungo.
L’importanza delle specie autoctone
“Questi esemplari si adattano bene al clima mediterraneo”, spiega Daniel Jato-Espino, professore di Ingegneria e gestione ambientale dell’ateneo valenziano, oltre che autore del lavoro. “Tuttavia, i primi due provengono dall’Asia, rispettivamente meridionale e orientale, mentre il terzo è autoctono europeo. Ed è importante dare priorità alla piantumazione di specie native, che si adattano meglio all’ambiente locale e presentano minori rischi ecologici negli ecosistemi urbani”.
Anche la posizione conta
Non si tratta, però, solo di piantare più alberi. Bisogna anche scegliere attentamente il luogo in cui posizionarli. Un albero mal adattato o mal collocato avrà, infatti, un effetto limitato, al contrario metterlo a dimora nel posto giusto può ridurre in modo significativo le temperature nelle aree critiche. Nello specifico, per ottenere impatti su larga scala, gli esemplari devono essere integrati nelle reti verdi del territorio, collegandosi a parchi e giardini. Misure, queste, che migliorano pure la qualità dell’aria, aumentano la biodiversità, riducono il consumo energetico richiedendo meno aria condizionata e possono perfino incrementare il valore delle abitazioni nella zona.
Città più vivibili grazie alle piante
Inoltre, secondo la ricerca spagnola, è utile coinvolgere i cittadini nei progetti di riforestazione, incoraggiando così la cura degli spazi pubblici.
“Gli alberi sono molto più di un semplice ornamento urbano”, sostiene Jato-Espino. “Sono infrastrutture naturali, in grado di fare la differenza tra una città soffocante e una vivibile. In un contesto di cambiamento climatico, investire negli alberi significa investire nel benessere, nella salute e nella resilienza delle nostre città”.