Corriere della Sera, 25 settembre 2025
Giorgetti sui salari: «Aumenti, le aziende facciano la loro parte»
Al governo non sfugge la questione salariale, ha detto ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in Senato. E, ritenendo di aver fatto la sua parte finanziando il rinnovo dei contratti pubblici, l’esecutivo auspica che le imprese private facciano altrettanto. Giorgetti l’ha detto intervenendo nella discussione sulla risoluzione sulle procedure transitorie di contabilità pubblica, in attesa della riforma imposta dalle nuove regole Ue. Attaccato dalle opposizioni, che pure hanno approvato in Aula la risoluzione di metodo già passata all’unanimità in commissione, Giorgetti, dopo aver rivendicato i fondi stanziati con l’ultima legge di Bilancio per i contratti pubblici, ha aggiunto: «L’invito che mi sento di fare è che le parti datoriali private facciano anch’esse la loro parte e riconoscano ai loro lavoratori aumenti stipendiali».
Parole, queste, che confermano la linea del governo, contraria al salario minimo per legge, richiesto invece dalle opposizioni, e favorevole alla contrattazione. Giorgetti, in un altro passaggio, rispondendo all’allarme lanciato in alcuni interventi sulle criptovalute, è tornato sulle banche, alle quali, ha ribadito, verrà dato «un pizzicotto assolutamente doveroso», chiamandole a contribuire, visti gli «utili stratosferici» realizzati. Diverse le ipotesi sul tavolo, tutte respinte dalle banche. Le quali, dice il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, «non hanno rendite di posizione e vengono da anni difficilissimi».
Nel frattempo si riapre la questione dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita (dal 2027 dovrebbero scattare tre mesi in più). L’ipotesi del congelamento, caldeggiata dalla Lega e, nei mesi scorsi anche da Giorgetti, è stata criticata dal Financial Times per i riflessi negativi che avrebbe sulla spesa pubblica. E ieri, la premier, Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda dei giornalisti, ha detto: «Attualmente» quella di congelare l’età pensionabile a 67 anni «non è una ipotesi della quale abbiamo parlato, ma probabilmente è anche una proposta che può arrivare dai partiti della maggioranza, ne parliamo quando arriverà». Al ministero dell’Economia confermano che «tutto dipende dal quadro generale», bisognerà fare una valutazione complessiva, come per le altre misure sul tavolo della manovra.
Tornando al Senato, le opposizioni, pur condividendo il metodo che porterà il 2 ottobre il governo a presentare il Dpfp (Documento programmatico di finanza pubblica) in Parlamento, hanno attaccato su diversi fronti. «Servirebbero il salario minimo e una vera riforma del fisco», per Antonio Misiani, mentre Matteo Renzi ricorda che la pressione fiscale è salita al 42,5% del Pil, «il contrario di quanto promesso».