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 2025  settembre 23 Martedì calendario

Il detenuto «super obeso» pesa 260 chili e da un mese è in ospedale a Cuneo: nessun carcere in Italia ha celle abbastanza grandi per ospitarlo

Non c’è spazio per il detenuto obeso che dovrebbe scontare la pena a Cuneo. Né in carcere né in ospedale. A un mese dalla denuncia della sua presenza in una camera dell’ospedale Santa Croce di Cuneo, perché nessuna cella in Italia è abbastanza grande e attrezzata per ospitarlo, anche lì la sua permanenza sembra avere le ore contate. Il 50enne che pesa circa 260 chili – clinicamente «super obeso» – era arrivato in struttura il 23 agosto, scortato per la prima volta nel reparto di Medicina d’urgenza del nosocomio perché la cella per lui era ormai un luogo incompatibile dove vivere.
Un calvario iniziato un anno fa quando il magistrato del carcere di Lecce (dove l’uomo era stato condannato per truffa) lo aveva ritenuto inadatto alla detenzione e lo aveva spedito ai domiciliari dal fratello, residente a Cuneo. Ma in casa, visto la sua stazza, era impossibile prestargli le cure necessarie. Così, dopo poche settimane, a causa di una serie di difficoltà, il fratello aveva ottenuto il trasferimento in una Rsa, dove però il detenuto aveva dato in escandescenze. A quel punto il magistrato di sorveglianza ne aveva disposto il ritorno «in carcere». Senza però specificare in quale, dando per scontato il trasferimento in quello cittadino.
Carcere che però non ha celle idonee per ospitarlo non solo perché non c’è un reparto riservato ai detenuti ma anche perché non idoneo a curare in modo specifico l’obesità, come invece succede a Torino. La soluzione sarebbe dovuta essere quella di trovare un altro istituto di pena d’Italia che gli permettesse di scontare la pena. Ma in nessuna città pare esserci una cella libera per detenuti obesi. Così, un mese fa, l’unica soluzione possibile: l’uomo è stato trasferito al pronto soccorso di Cuneo. Una scelta che doveva essere passeggera, almeno ad un primo momento, ma che invece è rimasta l’unica alternativa possibile. 
«Ma ora nemmeno l’ospedale può ospitarlo più. Per questo, per sbloccare la situazione, ho preparato un’istanza di differimento della pena e un trasferimento ai domiciliari – spiega Luca Puce, legale del detenuto –. Ma ora abbiamo un altro problema: non sarà possibile spostarlo finché non dimostreremo che c’è una casa pronta a ospitarlo. Così la situazione resta in stallo. La responsabilità non è del carcere: il problema è che non si riescono a trovare spazi adeguati per ospitarlo e lui non ha una casa». Nell’arco di un mese tutto è rimasto immobile: né i garanti dei detenuti di Cuneo e del Piemonte, né l’amministrazione penitenziaria né tantomeno le Asl sono riusciti a trovare una soluzione che potesse sbloccare la situazione.