Corriere della Sera, 24 settembre 2025
X Mas da ricordare, infamie comprese
«Una Pontida imbandierata, in una festante cornice di sole e di pubblico, ha rivissuto ieri mattina (...) la gloriosa data del giuramento della Lega Lombarda. Mai tanto flusso di folla ha invaso le vie del paese pavesato in ogni dove di tricolore: bandiere alle finestre, alle balconate, alle porte, sui muri, lungo le cancellate, perfino sui tetti; ovunque, dove lo spazio appena appena lo permette, un tricolore o uno striscione bianco inneggiante al duce il fondatore dell’Impero». Il Duce? Cosa c’entra Mussolini col raduno di domenica di Salvini e dei leghisti a Pontida? Niente. Quella cronaca dell’Eco di Bergamo dell’8 aprile 1940 è però preziosa per ricordare come la celebrazione del «giuramento» non fu inventata affatto da Bossi e dai leghisti quando volevano la secessione dall’«I-Taglia» («Mi pare che Bossi e Borghezio allarghino troppo i confini», spiegò il senatore Erminio Boso, «Io ho applicato il metodo del fagiolo. Ho preso un borlotto e l’ho messo sulla carta geografica: arrivava fino ai confini dell’Emilia») prima della retromarcia sovranista salviniana.
Un richiamo che farà palpitare il cuore di Roberto Vannacci. Il quale insiste sul rimpianto per la X Mas la cui storia vorrebbe «insegnare nelle scuole». Tutta? La X Mas, purtroppo, non fu solo quella di Luigi Durand de la Penne e gli altri incursori (ostili alla Repubblica di Salò) dell’Impresa di Alessandria ma anche quella infame di chi si schierò coi nazisti. A partire da Junio Valerio Borghese e dai più feroci alleati delle SS come la Compagnia operativa «O» che al comando di Umberto Bertozzi spalleggiò i tedeschi nel rastrellamento di Forno, in Toscana, dove assassinò 60 presunti partigiani tra i quali sei ragazzini. Un «seviziatore compulsivo», scrive lo storico Mimmo Franzinelli: «La sua criminalità è notoria, tant’è vero che il sottotenente Lorenzo Scardovi e altri testimoni di violenze lo denunciano al generale Giuseppe Corrado (comandante della “Decima”)» spingendo lo stesso Corrado a smarcarsi. Racconterà uno dei suoi superiori, Giovanni Buttazzoni: «Quando avevo un problema grave coi partigiani o con qualcun altro, chiamavo Bertozzi e lui lo risolveva. Quando avevo grane, chiamavo lui. Era un uomo difficile, in qualche senso faceva paura. Faceva paura persino a noi». Ecco, dopo l’elogio sacrosanto di Sergio Mattarella agli italiani che rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò, ricordiamo cosa era invece «quella» X Mas...