Corriere della Sera, 24 settembre 2025
La cantante star contro la guerra che batte Putin su YouTube
«Leonid Breznev, esponente politico vissuto all’epoca di Alla Pugacheva». La barzelletta che circolava nell’Unione Sovietica della stagnazione forse vale anche oggi, basta scambiare i nomi del vecchio Capo con quello nuovo.
È sempre difficile spiegare in modo razionale cosa significa per i russi la figura della loro «Primadonna», questo il soprannome ufficiale dell’artista, cantante, attrice e presentatrice, e l’aura di affetto che la circonda e la rende quasi intoccabile. Correva l’anno 1978. La giovane Alla vinse il primo premio dell’Intervision, il contest musicale che era la risposta sovietica a Eurovision, e da allora cominciò una storia d’amore popolare che non sembra finire mai. Pugacheva superava nei sondaggi di popolarità Breznev e Gorbaciov e Eltsin, e probabilmente, se qualcuno osasse farne uno vero, darebbe filo da torcere anche a Vladimir Putin. La caduta in disgrazia, l’emigrazione in Israele, e la cancellazione dal campo mediatico dopo l’inizio della guerra in Ucraina, che lei ha condannato senza riserve insieme al suo giovane marito Maksim Galkin, tra i comici e conduttori televisivi più famosi, non hanno cambiato nulla.
«Non voglio dilungarmi troppo su questo. La guerra è un orrore. Tutti sanno che sono contro la guerra, e penso che il mio Paese ne abbia sofferto molto, anche se in primo luogo, ne soffre soprattutto l’Ucraina». «Sono andata via perché non voglio finire la mia vita sotto lo stalinismo. Ci sono nata e cresciuta, e anche allora c’erano solo divieti e nessuna libertà. Quando morì Stalin, fecero vedere alla televisione solo gente in lacrime, ma in realtà fu una vera festa...». «Ho sempre detto che avrei lasciato la mia patria solo se fosse stata lei a tradirmi. E con la guerra, lo ha fatto». «Non potevo rimanere in silenzio, anche se sapevo come poteva finire. Esiste una cosa che si chiama coscienza, e vale più della fama e del lusso, soprattutto alla mia età, quando pensi a quello che hai fatto e come ti sei comportata nella vita. Io e mio marito non potevamo tacere». «Dire alla patria che ha torto, questo significa essere dei veri patrioti».
A oggi, i numeri sono questi. La famosa intervista di Putin concessa a Tucker Carlson, pubblicata in cinque lingue, è stata «vista» o letta da 21 milioni di persone. La prima intervista di Alla Pugacheva dall’inizio della guerra in Ucraina, pubblicata solo in russo, della durata di oltre tre ore, è stata visualizzata da quasi 24 milioni di persone. Sui media ufficiali di ogni ordine e grado, non ne ha parlato quasi nessuno, se non per criticare l’artista. Ma in Russia ne stanno parlando tutti, a due settimane dalla sua pubblicazione, sul canale YouTube di Katerina Gordeeva, una giornalista dissidente russa, «agente straniero» e anche lei in esilio. Come un sasso nello stagno, che produce cerchi concentrici sempre più larghi. Uno di questi riguarda Shaman, la nuova stella, autore di «Sono russo e fiero di esserlo», putiniano di ferro che sabato scorso in quel di Mosca ha preso parte al nuovo Intervision, risorto dalle ceneri dove era stato sepolto dopo una disgraziata edizione nella Polonia scossa dagli scioperi degli operai guidati da Solidarnosc e la conseguente introduzione della legge marziale. Sullo schermo è stato mostrato il messaggio di Vladimir Putin, che ha aperto il concorso al quale partecipavano soltanto artisti di Paesi amici, parlando di «rispetto per i valori tradizionali e per la diversità culturale». Ha vinto il concorrente vietnamita. Ma solo per gentile concessione del suo principale avversario. Dopo aver cantato la canzone Dritto al cuore, il patriota Shaman ha infatti dichiarato che si rifiutava di gareggiare perché la Russia è «un paese ospitale» che «ha già vinto» soltanto organizzando una simile competizione. Doveva esserci anche un rappresentante degli Usa, il cantante Brandon Howard, ma ha rinunciato per «impreviste circostanze familiari» a poche ore dall’inizio.
Le reazioni
«Mi fa male vedere cosa è diventato» ha detto Pugacheva a proposito del suo ex pupillo Shaman. «I soldi hanno vinto contro il bene. Ora potrà diventare deputato, o addirittura ministro della Cultura. Ma il vero successo, quello viene solo con l’amore delle persone per le quali canti». Non ci sono dubbi invece sul fatto che la Primadonna russa sia ancora amatissima. Al punto che le reazioni alla sua intervista sono state tutto sommato all’insegna della moderazione, fatti salvi i soliti noti.
Pugacheva non parla mai della guerra in Ucraina e non critica apertamente Putin, raccontando di averlo sostenuto nei suoi primissimi anni al potere, ma di aver però cominciato a nutrire dubbi sulla sua persona vedendo come si comportò durante la tragedia del sottomarino Kursk. Eppure, con il suo messaggio, demolisce anni di propaganda, chiama le cose con il loro nome, mettendo così in imbarazzo il Cremlino, alle prese con l’eterno dilemma se inserire anche «la più amata» nell’elenco dei reprobi, ovvero gli agenti stranieri. Certo, lei può permetterselo. Ma per dire certe cose, ci vuole comunque un fisico bestiale, per usare un giro di parole. Ai sostenitori della tesi che i russi sono tutti uguali, o peggio, bisognerebbe ricordare che esistono anche persone come Alla Borisovna Pugacheva. E che in molti la pensano come lei, anche se non possono far sentire la loro voce.