Il Messaggero, 23 settembre 2025
Auto blu e consulenze, i tagli di Palazzo Chigi: risparmi anche su pranzi e cene alla mensa, la “cura” per i ministeri
Auto blu, pranzi e cene in mensa, convegni e consulenze e cachet annessi, perfino le visite mediche. Un colpo d’accetta sulle spese “extra”, che nell’immaginario collettivo fanno tanto “casta”. Giorgia Meloni mette a dieta Palazzo Chigi. Sono passati pochi giorni dai tappi di champagne, ai piani alti della maggioranza, per la promozione di Fitch. Accompagnati dagli applausi della premier ai «conti in ordine» di un governo di cui i mercati premiano, così ha detto, «la responsabilità nelle scelte di bilancio». Ed ecco stagliarsi all’orizzonte una sforbiciata sui conti del palazzo abitato dalla leader e dai suoi vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Nonché ai ministeri “senza portafoglio” che anche quest’anno dovranno stringere la cinghia.
Una direttiva firmata a metà settembre dal segretario generale Carlo Deodato detta le nuove regole. E in vista della Manovra, di sponda con il Mef di Giancarlo Giorgetti già assediato da ministri e capi-partito ognuno con la sua questua, mette nero su bianco la nuova spending review. Un taglio orizzontale, del 5 per cento, si abbatterà sui «consumi intermedi» anche quest’anno, si legge nel documento visionato dal Messaggero.
Chissà come la prenderanno funzionari e grand commis nelle stanze che affacciano su Piazza Colonna. «Cancelleria, stampati, carburanti», l’elenco di beni e servizi in eccesso, dunque da tagliare, è chilometrico. Include benefit a cui il palazzo rinuncia sempre malvolentieri. Come le auto blu e di servizio. Da usare con cautela, è l’ordine impartito dalla direttiva che rilancia il “tetto massimo” introdotto ormai più di dieci anni fa dal governo Renzi. Cinque autovetture per le amministrazioni che hanno più di 600 dipendenti, quattro macchine con autista per chi ne ha tra i 400 e 600 e via dicendo.
Un ritorno alla “cura Cottarelli”, commissario alla spending review con Renzi che allora fece tremare il palazzo limitando l’uso delle auto blu ai soli ministri e viceministri. Tempi duri per chi deve vigilare sui conti italiani, spiegano i tecnici del governo nell’incipit della direttiva. Ricordando a scanso di equivoci che bisogna fare i conti con le nuove regole del Patto di Stabilità e un mantra chiamato «sostenibilità del debito pubblico». Senza contare la zavorra sui conti pubblici delle nuove spese per la Difesa che rende la spending review di Meloni ancora più urgente.
La lista dei tagli, si diceva, è lunga e trasversale. Interesserà l’acquisto di «beni di consumo» come «il rimborso delle spese di missione, la manutenzione ordinaria degli immobili, gli incarichi di studio ad esperti e consulenze, il global service mensa e ristorazione collettiva». Perfino i «servizi di pulizia» e le visite mediche, ovvero «gli accertamenti sanitari resi necessari dall’attività lavorativa». Ce n’è per tutti. Con tanti saluti alla vecchia “casta”. Una dieta obbligata dai tempi che corrono, spiegano da Palazzo Chigi. Non senza far notare, fra le righe, la peculiarità di questo regime “speciale”. Mentre altri ministeri, è il sottotesto, fanno spallucce, spendono e spandono. «È importante ricordare che la presidenza del Consiglio – è scritto in neretto a metà documento – è l’unica amministrazione che contribuisce, sin dal 2013, in via strutturale, all’azione di contenimento della spesa».
Seguono cifre e percentuali a riprova dei «compiti fatti». Una su tutte: 50 milioni di euro. È all’incirca la somma che ogni anno, incluso il prossimo, Palazzo Chigi taglia dal bilancio per alleggerire le casse dello Stato. E pazienza se significa liberare parcheggi per le auto blu o mettere un freno alla cancelleria griffata. Come la schiera di t-shirt stampate dal ministero di Casellati, quasi mille, uomo-donna, per diffondere «la cultura della semplificazione normativa», insieme a borse, quaderni, bloc-notes. Dal governo ora frenano. Si accettano solo proposte in regola e «in linea con il programma di governo». Su tutto il resto, l’avviso ai naviganti, dateci un taglio.