la Repubblica, 23 settembre 2025
Il piano Farage: “Via anche i migranti regolari”
Britain First. Anche nel Regno Unito potrebbero scatenarsi deportazioni di centinaia di migliaia di migranti in stile Trump, persino “retroattive”. Lo ha annunciato Nigel Farage ieri a Londra,qualora dovesse vincere le prossime elezioni, per cui i sondaggi lo danno strafavorito. In un piano che prevede la revoca immediata anche dei permessi di residenza a tempo indeterminato dei migranti regolari, sostituiti da visti di cinque anni rinnovabili, ma concessi solo se si lavora, se non si hanno condanne penali e se non si portano familiari con sé. Non solo. Nei piani del leader del partito di destra Reform Uk, welfare, case popolari e sussidi saranno destinati solo ai cittadini britannici.
«Gli stranieri che richiedono benefit e sussidi sono uno su sei del totale», tuona Farage, «questa storia deve finire. Tra il 2026 e il 2030, altri 800mila migranti otterranno ilpermesso di restare qui a vita. Il Paese rischia di collassare». Inoltre, Farage prevede di estendere da 5 a 7 gli anni di residenza continuativa per richiedere la cittadinanza britannica, e i candidati dovranno avere un livello di inglese “quasi-nativo” e non potranno mantenere un secondo passaporto (come è permesso oggi agli italiani).
Almeno, i cittadini europei dovrebbero essere salvi. Secondo il presidente di Reform Uk, Zia Yusuf, questo piano non si applicherà agli oltre 6 milioni di europei con permesso di soggiorno illimitato “Settled Status”, anche perché si infrangerebbe l’accordo post Brexit tra Ue e Regno Unito: «Ma con l’Unione rinegozieremo la questionedei nostri benefit di cui usufruiscono pure gli europei».
I cittadini Ue già residenti oltremanica conserverebbero dunque il loro status, senza essere deportati. Perché per Farage la vera minaccia oggi sono i migranti non-Ue, arrivati in massa proprio dopo la Brexit agognata dal leader euroscettico. Farage accusa l’ex premier Boris Johnson di aver permesso un’invasione di migranti extraeuropei, con oltre 100mila ingressi netti al mese, nel 2021 e 2022. Ma tutto ciò è accaduto proprio dopo la concretizzazione della Brexit il 31 dicembre 2020 e le porte chiuse ai migranti europei, in passato demonizzati da Farage. Un paradosso clamoroso.