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 2025  settembre 23 Martedì calendario

Global Sumud Flottilla, il coordinatore tunisino si dimette per la presenza di attivisti Lgbtq+

Ancora polemiche sulla Global Sumud Flotilla che non riguardano Gaza ma incomprensioni e divergenze tra naviganti. Il Courrier de l’Atlas, una rivista mensile in lingua francese che si occupa di questioni del Nord Africa, ha riportato che il 16 settembre il coordinatore tunisino della Gsf, Khaled Boujemâa, ha annunciato le sue dimissioni in segno di protesta contro la presenza di attivisti Lgbtq+ sulla flottiglia, tra cui Saif Ayadi, che si identifica come un «attivista queer».
A Biserta, secondo porto tunisino di scalo della flottiglia, Boujemâa ha dichiarato in un video postato sui social: «Ci hanno mentito sull’identità di alcuni dei partecipanti in prima linea nella Flottilla, accuso gli organizzatori di averci nascosto questo aspetto». 

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Sempre Le Courrier de l’Atlas riporta che anche un’altra attivista ha preso le distanze dalla partecipazione di attivisti della comunità Lgbtq+. Si chiama Mariem Meftah e scrive: «L’orientamento sessuale di ognuno è una questione privata (…). Ma essere un attivista “queer” significa toccare i valori della società e intraprendere un percorso che rischia di mettere i miei figli e i miei cari in una situazione che rifiutiamo. Mi rifiuto di offrire a mio figlio un cambio di sesso a scuola. Non perdonerò coloro che ci mettono in questa situazione; dovremo parlarne perché ad alcune persone piace oltrepassare la linea rossa o l’hanno già oltrepassata. Invito tutti a riparare l’errore commesso contro le persone che hanno donato il loro sangue affinché questa Flottilla possa vedere la luce del sole». 
L’accusa sarebbe quella di intrecciare gli obiettivi della missione con altre cause, come quella dei diritti Lgbtq+, non condivisa da tutti i partecipanti. 
A prendere le parti dei due attivisti è anche il famoso presentatore televisivo tunisino Samir Elwafi: «La Palestina è prima di tutto la causa dei musulmani e non può essere separata dalla sua dimensione spirituale e religiosa: Gerusalemme è quindi al centro dei suoi simboli e del suo destino».
Polemica, sì, ma non abbastanza forte da fermare il viaggio delle navi che si stanno dirigendo verso Gaza per rompere il blocco navale per consegnare alla popolazione della Striscia 250 tonnellate di cibo e aiuti.