Corriere della Sera, 23 settembre 2025
Un elenco di insulti. La nuova retorica
«È sempre stato un figlio di puttana», ha detto Trump di Joe Biden. L’elenco degli insulti lanciati dal presidente americano si allunga ogni giorno. Se dovessimo fare riferimento alla Vertigine della lista, il saggio in cui Umberto Eco catalogava i cataloghi, potremmo classificare gli insulti di Trump tra le accumulazioni caotiche: idiota, testa dura, mulo (al presidente della Fed), parassiti, scrocconi, orribili (agli europei), stronzo invadente e odioso, prugna rinsecchita (a Springsteen), comico mediocre e dittatore non eletto (a Zelensky), animali (ai manifestanti pro immigrati), corrotti e criminali (ai Paesi da cui provengono gli immigrati), eccetera. Qualcuno gli risponde per le rime: per il coreano Kim, per esempio, Trump è un batterio e uno scarafaggio. Biden, durante un celebre confronto televisivo, gli ha dato del pagliaccio. E mentre Donald bollava come stupida pazza Kamala Harris, lei si limitava a giudicarlo sobriamente un tiranno fascista. Musk aveva qualificato la politica del suo amico un disgustoso abominio, prima di pentirsi come un bambino. Tuttavia, polemizzando con Steve Bannon che lo aveva definito uno scemo, un buffone e un non americano, lo stesso Musk non si è fatto scrupoli dandogli allegramente del ciccione, ubriacone, maiale. Da noi, un amante della lista è Salvini (per Crozza «l’abominevole uomo degli elenchi»), che però rispetto ai modelli americani è più pudico: «Ti metto il caschetto, il giubbetto e il fucile e vai in Ucraina» (a Macron). E anche la premier non scherza: «Yo soy..., soy..., soy..., soy..., soy..., soy...». Eco si sofferma sul gusto dell’incremento ad infinitum, tipico di certe collezioni cui piace l’ammasso e l’«effetto globale di sfavillio e ricchezza». In epoca moderna, aggiunge, la lista viene usata non per creare una gerarchia ma, al contrario, per deformare e distruggere l’ordine. È l’ultima trovata retorica del discorso pubblico, sempre in ritardo rispetto alla letteratura. Ottima guida per piccoli oratori in erba sarebbe Gadda, che su Mussolini non si risparmiò: «Appestato Appestatore, Batrace, Bombetta, Caciocavallo, Ciuco Maramaldo, Defecato maltonico, Estrovertito, Ex-Bomba, Facciaferoce, Fava Marcia, Farabutto Impestato, Favente Genio, Gran Pernacchia, Maledito Merdonio, Stivaluto...». Sfavillio e ricchezza.