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 2025  settembre 22 Lunedì calendario

Pirateria e pay tv. In Francia ghigliottinano il “pezzotto” mettendo i prezzi del “pezzotto”

Lo so che è un po’ come parlare della scoperta dell’acqua calda. Ma forse raccontare quel che sta succedendo nel calcio francese può aiutare: a far sì che le eminenze grigie del Palazzo del pallone italico si mettano in testa che sì, magari sarà anche vero, come da anni piagnucolano e strepitano, che la pirateria uccide il calcio: ma a ucciderlo di più è la loro imbecillità. Quella di non capire, ad esempio, che se in Italia è in atto da anni un esodo di abbonati alle pay tv del calcio, esodo iniziato già ai tempi di Sky prima piattaforma e accentuatosi col passaggio a DAZN, tra i tanti motivi della fuga di massa ce n’è uno che i nostri cervelloni proprio non vogliono vedere: quello dei costi. Troppo alti per la qualità del prodotto offerto, troppo alti per la scarsa credibilità della competizione (ogni riferimento alle malefatte della classe arbitrale è puramente casuale). Cosa sta succedendo, dunque, in Francia? Prima di raccontarlo, un breve preambolo. A metà della stagione scorsa della Ligue 1 (la Serie A francese), DAZN, la piattaforma che come in Italia e Germania detiene i diritti del campionato, ha abbandonato baracca e burattini recedendo dal contratto: aveva solo 650 mila abbonati (il costo dell’abbonamento annuale era di 30 euro mensili per 8 delle 9 partite di ogni giornata: la nona, alternativamente la migliore e la seconda migliore di ogni turno era trasmessa da beIN Sports) e poichè ne aveva messi in preventivo 2 milioni, per arrivare a 3 nelle stagioni successive, se n’è andata in malo modo accusando LFP (la Lega francese) di non aver fatto nulla per combattere la pirateria e sostanzialmente lasciando i 18 club di Ligue 1 in mutande.
Senza più tv, cos’ha fatto allora la Ligue 1? Ha deciso di mettersi in proprio, di creare un proprio canale (“Ligue 1 +”), di produrre in proprio le partite, di trasmetterle attraverso vari diffusori (Free, Orange, Prime, SFR, Bouygues, la stessa DAZN), ma soprattutto di dimezzare i prezzi praticati da DAZN: 15 euro al mese invece di 30 per l’abbonamento annuale e solo 10 euro per un canale appositamente studiato per i bambini, “Ligue 1 Kids”. “Con questa politica puntiamo a raggiungere un milione di abbonati alla fine di questa prima stagione”, aveva detto Nicolas de Tavernost, direttore di “LFP Media”, nel CdA della Ligue 1 a inizio agosto a due settimane dal via del campionato. Invece sapete cos’è successo? È successo che oggi, lunedì 22 settembre 2025, dopo un mese e 10 giorni di campionato e grazie ai costi tornati popolari e accessibili la Ligue 1 ha già toccato e superato il milione di abbonati: che già alla prima giornata, giocata il 15, 16 e 17 agosto, erano 600 mila, praticamente quelli messi assieme in due anni da DAZN, e che oggi sono arrivati a quota 1.026.000. “Un successo inaspettato”, ha detto de Tavernost, che contava di arrivare al milione solo a fine stagione e al traguardo di sopravvivenza, fissato a 2,2 – 2,5 milioni, entro 4 anni.
Gli abbonati annuali sono il 72% del totale; e un ottimo riscontro ha avuto anche il canale per bambini, venduto a 9,99 euro, pensato e varato per fare fidelizzazione. Considerando che il 30 giugno prossimo, alla scadenza del ​ contratto con beIN Sports, LFP entrerà in possesso anche della 9ª partita e potrà vendere così ai propri abbonati il pacchetto delle partite completo, pensare che nel campionato prossimo gli abbonati possano addirittura raddoppiare e raggiungere i 2 milioni già nel 2026-27 non è campato in aria. E non è che in Francia sia sparita la pirateria: sono solo diminuiti i prezzi. Portati più o meno a quelli della pirateria. Come direbbe quello: elementare Watson. ​