il Fatto Quotidiano, 22 settembre 2025
Da Cosenza a Milano, gli affitti aumentano a doppia cifra: +152 €
A Catanzaro, quest’anno, la Federconsumatori Calabria ha deciso di realizzare per la prima volta un report sul costo degli affitti per studenti universitari fuori sede, ma all’interno della regione. Cosenza-Rende, Catanzaro e Reggio Calabria sono stati i mercati analizzati. L’indagine, spiegano i media locali, “mette in luce un dato inequivocabile”: a Catanzaro, sede dell’Università Magna Graecia, il costo medio di una stanza singola è 350 euro al mese, con minimi di 220 euro e massimi di 497 euro. Messa così, sembra quasi una cifra accettabile. Ma a questo importo, sottolinea lo studio, bisogna aggiungere 700-800 euro annui di spese accessorie tra acqua, luce, gas e condominio. Ebbene: la spesa totale per uno studente fuori sede nel capoluogo raggiunge circa 4.950 euro l’anno.
Bisogna aggiungere un elemento spesso dimenticato nella narrazione sul caro affitti degli studenti: le tasse universitarie che, per la Calabria si attestano su una media di 1.056 euro l’anno esclusi i costi dei trasporti, dei libri e del vitto. Tutto a fronte del reddito regionale medio più basso d’Italia (circa 16mila euro nel 2022). “I dati raccolti con questa indagine devono far riflettere – ha detto la presidente di Federconsumatori Calabria, Mimma Iannello – Nonostante in Calabria i costi degli affitti siano inferiori rispetto a Milano, Bologna o Firenze, il problema è la sproporzione con i redditi medi delle famiglie calabresi. Per molti nuclei sostenere 5mila euro all’anno solo per l’alloggio di un figlio significa sacrificare altre spese essenziali, o addirittura rinunciare al percorso universitario”. Il diritto allo studio, ha proseguito, non può essere condizionato dal censo o dal luogo di nascita. “Siamo davanti a un rischio concreto di accentuare le disuguaglianze sociali e territoriali: i giovani più fragili, quelli che avrebbero più bisogno di istruzione e mobilità sociale, sono proprio coloro che rischiano di rimanere esclusi. Questo è inaccettabile”.
Si parte dalla Calabria, per allargare lo sguardo al resto d’Italia dove l’aumento medio per una stanza singola nelle principali città universitarie italiane, a parità di domanda, nel 2025 ammonta a circa 152 euro. Secondo l’ultimo rapporto di Immobiliare.it, il sito per vendita e affitti più utilizzato, Milano guida la classifica con 732 euro al mese per una singola, seguita da Bologna con 632 euro, Firenze a 606 euro e Roma con 575 euro. Gli aumenti più forti si registrano a Trento, dove si passa da 381 a 544 euro (+163 euro, +42,78%), Modena da 385 euro a 506 euro (+121 euro, +31,43%) e Brescia da 399 euro a 519 euro (+120 euro,+30,08%). E ancora, Padova con 502 euro. Si scende sotto i 500 euro solo a partire dalla nona e decima posizione di questa classifica: Torino, 476 euro al mese, Verona con 473 euro. Non va meglio a chi sceglie come sede universitaria Bergamo, Venezia e Napoli: per una stanza chiedono rispettivamente 466 euro, 453 euro, 445 euro. Aumenti “a fronte di una domanda stabile”, spiegano i diversi rapporti. Anzi: in alcune città italiane la domanda di stanze singole pare stia iniziando a rallentare. Rispetto al 2024, ad esempio, la richiesta a Torino si è contratta del 3%, del 6% a Firenze, del 13 a Milano. E ancora: Verona – 20%, a Bologna e Napoli rispettivamente addirittura – 38% e – 47%. Sale a Venezia (+30%), Bari(+ 45%), Genova (+ 59%) e Ancona (+77).
A luglio, il questore di Pisa, Salvatore Barilaro, ha posto il problema anche per i neo-poliziotti che avevano appena vinto il concorso. “Pisa è una realtà stimolante e al tempo stesso complessa – aveva detto in conferenza stampa – perché è una città turistica con una grande presenza anche di studenti universitari fuori sede (sono 55mila complessivamente gli iscritti ai tre atenei cittadini) e questo combinato disposto genera un caro-affitta che complica significativamente anche il reclutamento di nuovi agenti, che non possono permettersi di vivere qui”. Colpa anche degli affitti brevi? A Santiago di Compostela, città universitaria spagnola per eccellenza, già a inizio luglio c’erano le file fuori dalle agenzie immobiliari per riuscire a farsi assegnare una residenza. Lì si parla senza mezzi termini del problema alloggi turistici. In Italia c’è chi ad agosto (l’Associazione laziale b&b e affittacamere sul Corriere) ha dato la colpa agli studenti che pretenderebbero di trovare un alloggio troppo vicino agli atenei. L’Unione dei Piccoli Proprietari ha intanto presentato una serie di proposte al Ministero dell’Università per ottenere sgravi e agevolazioni da destinare a chi decidesse di affittare agli studenti.