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 2025  settembre 22 Lunedì calendario

Omicidio Kirk. I cattolici ritornano a litigare: “Martire della fede”, “No, insultava Bergoglio”

L’omicidio di Charlie Kirk ha riacceso lo scontro tra cattolici, di fatto raffreddato dalla morte di Francesco e dalla successiva elezione di Leone XIV. A dividere è la figura del trentunenne fondatore di Turning Point Usa, cristiano evangelico ma vicino alla conversione cattolica, come raccontato da vari media. Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York considerato conservatore e trumpiano nonché grande elettore di Prevost in Conclave, ha definito Kirk “un san Paolo moderno” ossia “missionario, evangelista ed eroe”.
La prematura canonizzazione dell’evangelico Kirk è stata però duramente contestata dal National Catholic Report, prestigioso quindicinale dei cattolici liberal e progressisti. In un editoriale di NCR, oltre a evocare il tono razzista e sessista della fede di Kirk, si ricorda che il giovane evangelista accusò papa Francesco di essere “eretico, marxista e corrotto”. E viene riportata una frase di Kirk ripresa da una sua intervista: “Voglio una Chiesa cattolica migliore. Personalmente non potrei far parte di un’istituzione con un leader di facciata che ha una visione del mondo così corrotta e contraria a ciò che credo insegni la Bibbia”.
In Italia, tra i clericali di destra, si è distinto il già senatore anti-gay Simone Pillon, tuttora nella Lega ma diventato un fervente sostenitore del generale Roberto Vannacci. Pillon ha scritto al cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, per stroncare Avvenire, laddove il quotidiano dei vescovi in un commento non esalta Kirk quale martire ucciso in odio della fede, come vorrebbe il leghista, ma lo descrive come un “influencer trumpiano suprematista e negazionista su clima e Covid”. Alla destra cattolica, non è poi piaciuta la tiepidezza del Vaticano, tra silenzi eloquenti e dichiarazioni del papa fatte trapelare dalla sala stampa (“Prego per lui e per la sua famiglia” ) e non pronunciate pubblicamente.
A differenza di un altro cardinale, oltre a Dolan, che invece ha riconosciuto a Charlie Kirk la definizione di martire. Si tratta del teutonico Gerhard Ludwig Müller, prefetto dell’ex Sant’Uffizio ai tempi di papa Ratzinger. Ha detto Müller in un’intervista a una nota giornalista americana e clericale, Diane Montagna: “Charlie Kirk era un cristiano devoto. Da un punto di vista soprannaturale, non è morto come vittima di un assassinio politico, ma come martire di Gesù Cristo, non nel senso di coloro che vengono canonizzati, ma come uno che ha reso testimonianza attraverso la sua vita. Ha dato la sua vita seguendo il suo Signore, come sacrificio per la verità che l’uomo è fatto a immagine di Dio, maschio e femmina, e in opposizione alle menzogne e all’automutilazione promosse dalla cosiddetta ideologia trans”.
Martire della fede, martire cristiano, martire della verità ma guai a dire martire della libertà d’espressione. Lo scrive Corrispondenza Romana, il sito del professore Roberto de Mattei. La libertà d’espressione, si spiega, è un concetto liberale sbagliato che contempla sia l’errore sia la verità. E in nome dell’errore si finisce per censurare la Verità, con la maiuscola.