Robinson, 21 settembre 2025
Tutti i valzer degli amici polpi
Articolo pubblicato sul New York Times
Gli otto tentacoli di un polpo – o meglio le otto braccia, denominazione corretta dal punto di vista scientifico – sono proprio lì, nel suo nome (in inglese è octopus, ndt). Queste meravigliose appendici hanno molte cose in comune con quelle di altri animali. Come la proboscide di un elefante. O la vostra lingua.Questo perché le braccia del polpo, come le altre protuberanze carnose che abbiamo appena citato, sono esempi di idrostati muscolari, elementi di un organismo che producono forza quando diversi gruppi muscolari si rilassano e si contraggono l’uno contro l’altro. Tali contrazioni consentono «gradi di libertà quasi infiniti che permettono di piegarsi, accorciarsi, allungarsi, torcersi e girarsi», spiega Chelsea Bennice, ricercatrice post- dottorato presso il Laboratorio di scienze marine della Florida Atlantic University.In uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Scientific Reports, Bennice e i suoi colleghi hanno cercato di rendere un po’più finito quel catalogo di movimenti apparentemente infinito. Hanno esaminato attentamente le riprese di polpi selvatici, osservando come i cefalopodi flettevano e torcevano le loro braccia mentre esploravano l’ambiente circostante, cacciavano e si arrampicavano sul fondo marino. I ricercatori hanno poi scomposto questi comportamenti nelle loro componenti di base, con l’obiettivo di sviluppare un dizionario visivo completo dei movimenti delle braccia dei polpi.
Per costruire il loro dizionario visivo, i ricercatori hanno esaminato due ore di filmati di 25 polpi selvatici in una varietà di habitat. Su questa base hanno determinato quattro modi principali in cui il braccio di un polpo può muoversi. Da lì, Bennice e i suoi colleghi hanno identificato 12 azioni fondamentali che i polpi compiono con le loro braccia. Le combinazioni di queste azioni sono state raggruppate in 15 comportamenti.
Dopo aver identificato questa gerarchia di movimenti delle braccia, gli scienziati hanno realizzato 25 videoclip, ciascuno della durata di un minuto, per ogni polpo oggetto di studio. Hanno quindi contato i diversi comportamenti esibiti da ciascun braccio.
«È molto divertente osservarli, mentre analizzare o valutare i video è più noioso», commenta Bennice. Gli scienziati hanno dovuto concentrare la loro attenzione su ogni singolo tentacolo. «Guardiamo il filmato otto volte e poi osserviamo anche quale parte l’animale sta usando per un movimento specifico», prosegue.
Complessivamente, il team ha registrato 3.907 azioni individuali nei 25 minuti di filmato, spesso eseguite simultaneamente da braccia diverse. Le combinazioni dei diversi movimenti delle braccia suggeriscono il loro status sia di predatori che di prede: «Il tempo è molto prezioso e devono essere efficienti. Ecco perché sono gli animali multitasker per eccellenza», dice Bennice. «Quando sono fuori dalla tana e sono potenzialmente in pericolo a causa di un predatore, cercano anche il cibo. E non appena trovano il cibo, tornano a casa».
I polpi oggetto di questo studio tendevano a usare più le braccia anteriori che quelle posteriori. Spesso usavano le braccia anteriori per esplorare e quelle posteriori per muoversi. Ma ogni tentacolo è in grado di eseguire l’intera gamma di movimenti e comportamenti. Precedenti studi di laboratorio avevano suggerito una preferenza dei polpi per i tentacoli destri o sinistri. Invece gli scienziati coinvolti in questo studio non hanno osservato polpi “destri” o “sinistri” in natura.
«La bellezza di questo sistema, sotto molti aspetti, è che si hanno otto braccia e tutte e otto possono eseguire la maggior parte delle azioni», dichiara Roger Hanlon, scienziato senior presso il Marine Biological Laboratory di Woods Hole, Massachusetts, e autore dello studio. Questa flessibilità può tornare utile se il polpo perde uno o due braccia a causa di un predatore come un’anguilla.
Jennifer Mather, professoressa di psicologia all’Università di Lethbridge in Alberta, ha condotto ricerche approfondite sul comportamento dei polpi, ma non ha partecipato a questo studio. E sostiene di non essere convinta che la gerarchia dei movimentidei tentacoli descritta dall’analisi sia corretta. Ad esempio, i movimenti di “allungamento” e “accorciamento” potrebbero essere considerati un unico tipo di deformazione piuttosto che due tipi distinti, afferma. Il comportamento “in punta di piedi”, in cui un braccio si muove lentamente lungo le singole ventose, è meglio definito come un comportamento delle ventose del polpo piuttosto che delle sue braccia, aggiunge.
Tuttavia, Mather sottolinea che studi basati sull’osservazione dei polpi in natura, come questo, sono fondamentali perché gli animali potrebbero comportarsi in modo diverso in cattività. «Questo è un bel passo avanti verso il raggiungimento di un quadro molto più chiaro di come i polpi si comportano realmente», conclude la scienziata.