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 2025  settembre 22 Lunedì calendario

Istat, nel 2024 la pressione fiscale cresce al 42,5%

Fisco sempre più pesante. Nel 2024 la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata in crescita e pari al 42,5% (era 41,2% nel 2023), in più rispetto al 41,2% del 2023.
Il motivo, spiega l’Istat, è legato all’aumento delle entrate fiscali e contributive (5,8%) superiore rispetto a quello del Pil a prezzi correnti (+2,7%). L’istituto ha ritoccato leggermente al ribasso la stima di marzo scorso (42,6%), spiegando che la pressione fiscale è cresciuta di oltre un punto percentuale, attestandosi sui valori registrati nel 2020-2021.
Confermata, invece, la stima della crescita economica. Nel 2024 il tasso di variazione del Pil in volume è stato pari a 0,7%, invariato rispetto alla stima del marzo scorso. Sulla base dei nuovi dati, scrive l’Istat, nel 2023 il Pil in volume è aumentato dell’1%, con una revisione positiva di 0,3 punti percentuali rispetto alla stima di marzo. Diminuisce, seppur leggermente, la stima sul debito 2024, dal 135,3% previsto a marzo a 134,9%.
“A tale sviluppo hanno contribuito sia la domanda nazionale al netto delle scorte (per +0,6 punti percentuali) sia quella estera netta (per +0,1 punti)”, scrive l’istituto di statistica. “Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto è aumentato in agricoltura (+2,0%), nelle costruzioni (+1,1%) e nei servizi (+0,8%), mentre è risultato stazionario nell’industria in senso stretto. La crescita dell’attività produttiva si è accompagnata a una espansione dell’input di lavoro e dei redditi da lavoro dipendente”.
Deficit invariato a -3,4%
L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil, il deficit, è stato pari nel 2024 a -3,4% (-7,2% nel 2023), invariato rispetto alla stima di marzo. Il saldo primario è risultato pari a +0,5% del Pil (-3,5% nel 2023).