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 2025  settembre 22 Lunedì calendario

Ozgur Ozel, l’ex farmacista è la nuova speranza dell’opposizione turca contro Erdogan

Un ex farmacista dalla caratteristica voce roca e dal piglio diretto e schietto è la speranza dell’opposizione in Turchia per battere il presidente Recep Tayyip Erdogan: il suo nome è Ozgur Ozel. L’esponente del Partito Popolare Repubblicano è stato rieletto – con 835 voti – in un congresso straordinario a capo del Chp, la principale formazione a lottare contro l’Akp, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo, da tempo al potere.
Il voto punta a proteggerlo da una sentenza del prossimo mese che potrebbe ordinarne la destituzione: un tribunale di Ankara, infatti, si pronuncerà sull’annullamento del congresso del Chp del 2023 – in cui Ozel è stato eletto leader per la prima volta – a causa di presunte irregolarità. La sentenza era attesa per l’inizio di settembre ma è stata posticipata al 24 ottobre.
Assicurandogli un nuovo mandato, i dirigenti del partito sperano di ridurre il rischio che Ozel venga messo fuorigioco. Ma per i critici, questo caso non è nient’altro che l’ennesima dimostrazione della deriva autoritaria del paese anatolico, considerando le frequenti punizioni ai danni dei nemici di Erdogan.
Cinquantuno anni appena compiuti, Ozel è nato a Manisa – non lontano dalla più nota Izmir – da due genitori insegnanti. Dopo una laurea in farmacologia ha lavorato come farmacista per poi diventare capo dell’associazione farmaceutica turca. L’entrata in politica è datata 2011, anno del suo ingresso in parlamento, noto come Grande assemblea nazionale turca.
Dopo l’arresto nel marzo 2025 del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, Ozel è diventato in poche settimane il nuovo simbolo delle più grandi proteste nel paese da un decennio a questa parte. Con il suo sostegno, il leader del Chip ha affermato di voler “scrivere una nuova storia e rimodellare la politica turca”.
Da allora, in patria e all’estero, è stato catapultato sotto le luci dei riflettori e le critiche di Erdogan nei suoi confronti si sono fatte più dure. “La Turchia non si arrenderà al terrore di strada”, ha dichiarato il presidente accusando il leader dell’opposizione di “grave irresponsabilità”.
Ozel era una figura di relativamente basso profilo nel Chp fino all’arresto di Imamoglu, visto come l’unico in grado di sconfiggere Erdogan alle elezioni del 2028. Denunciando l’arresto come un “colpo di stato” politicamente motivato, è riuscito però a portare nelle strade migliaia di manifestanti contro il presidente turco che hanno esposto cartelli con la scritta “Governo, dimettiti!” e “Rovesceremo il Sultano”.
“Ehi Erdogan: d’ora in poi saremo in piazza. Dovete avere paura di noi!”, ha urlato Ozel in quei giorni di proteste e discorsi infuocati, convincendo molti di avere le capacità per aprire la porta a un nuovo clima politico nel paese. In totale, secondo Reuters, sono ben 12 – incluso Imamoglu – gli esponenti del Chp su cui pendono accuse che vanno dalla violazione della legge sui partiti all’offerta di soldi e lavoro ai delegati. Con l’ex sindaco di Istanbul ancora in carcere, non è esclusa l’ipotesi che Ozel possa correre per la presidenza, anche se per gli osservatori è troppo presto per capire chi sarà lo sfidante di Erdogan.
“Imamoglu e Ozel procedono insieme con la stessa visione del potere, che prevede un ruolo rafforzato per il parlamento”, ha affermato l’avvocato del Chp Ahmet Kiraz.
“Forse non è un oratore carismatico, ma è persuasivo e molto critico verso il governo, e questa strategia funziona”, ha detto Berk Esen, scienziato politico presso l’Università Sabanci di Istanbul: “Ozel conosce bene il suo partito ed è legato alla base”.
Pochi mesi prima della morte di 301 persone nell’esplosione di una miniera a Soma – nel 2014 – Ozel aveva fatto pressioni affinché il parlamento indagasse sugli incidenti legati al lavoro, ma i suoi sforzi sono stati ostacolati dall’Akp. Non c’è però solo questo nel suo impegno. Per il Chp si è anche occupato del monitoraggio delle condizioni dei detenuti e dei problemi degli studenti universitari. Due anni fa ha ottenuto la fiducia per sostituire il leader di lunga data del suo partito, Kemal Kilicdaroglu, al timone dal 2010.
Pochi mesi dopo, nella primavera del 2024, il Chp ha ottenuto una schiacciante vittoria alle elezioni locali mantenendo il controllo di Istanbul e Ankara ed espandendosi in alcune province anatoliche precedentemente considerate roccaforti dell’Akp. Una spia di allarme non indifferente per il “Sultano” Erdogan.