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 2025  settembre 21 Domenica calendario

Dalla culla alla maggiore età, crescere un figlio costa 156mila euro

Non saranno solo economiche le ragioni per cui l’Italia è precipitata in una spirale ormai strutturale di bassa fecondità, ma certamente messe in fila le uscite per sostenere i “costi” della prole fanno impressione. Considerando una famiglia-tipo milanese, per esempio, significa mettere in conto di destinare alle voci per i figli il 30% del reddito disponibile. Più o meno la soglia che separa la sostenibilità della rata di un mutuo dalla sua insostenibilità.
Un figlio da zero a 18 anni costa 156mila euro
A fare i calcoli è Moneyfarm, società digitale di consulenza finanziaria, che in base al costo della vita attuale stima che portare un neonato alla maggiore età comporti una spesa tra i 107 e i 205mila euro, per una media di circa 156mila euro: oltre 8.500 euro all’anno. Cifra non lontana dal costo di un monolocale da 50 metri quadrati a Torino: nel capoluogo piemontese si possono trovare appartamenti da 3.100 euro al metro quadro.
Rispetto all’ultima rilevazione, che risale al 2022, l’aumento è stato del 12%, più dell’inflazione media del periodo che è stata del 9 per cento. “Rispetto a tre anni fa, accompagnare un figlio dalla culla alla maggiore età costa una media di 16.000 euro in più”, dice l’analisi. Senza contare che poi, passati i 18 anni, iniziano i percorsi di studio potenzialmente ancor più onerosi.
Ciascuna famiglia, con le sue esigenze e disponibilità, fa ovviamente storia a sé. Certo il fiocco va preparato per tempo, e infatti Davide Cominardi, Investment Consultant Manager di Moneyfarm, insiste sulla necessità di una pianificazione finanziaria paragonabile a quella che serve per comprar casa. E sull’accantonamento periodico, che investito con oculatezza può portare fieno in cascina utile ad affrontare l’impresa finanziaria di esser genitori.
Sta di fatto che già prima della nascita di un figlio una coppia di futuri genitori deve mettere in conto una spesa media di 5.000 euro per visite, ecografie, corso preparto, sala parto e corredo per il neonato.
Poi è tutto un salire di costi, in particolare “in contesti urbani come Roma o Milano, dove i prezzi sono superiori di almeno il 20% rispetto alla media nazionale”.
La progressione è costante, perché se negli 0-3 anni si parla di cifre che oscillano tra gli 11.700 e i 27.000 euro (prodotti per la prima infanzia, nido o babysitter, acquisti essenziali dal passeggino alla culla), nella fascia successiva (4-5 anni) si sale in una forbice di a 10.700-30.000 euro, complice l’ingresso nella scuola dell’infanzia, con costi legati a mensa, materiale didattico, abbigliamento e qualche attività extrascolastica.
Nel periodo della scuola primaria il salto diventa più significativo con una spesa approssimativa tra i 31.500 e i 46.000: “Ad incidere sono soprattutto trasporti, mensa scolastica, doposcuola e attività sportive o culturali”. Nella fase finale di accompagnamento alla maggiore età “il costo continua ad aumentare in modo significativo, raggiungendo i 75.000 – 109.700 euro per l’intero arco delle scuole medie e superiori. Le voci di spesa principali includono istruzione, tecnologia (smartphone e PC), tempo libero, viaggi studio, abbigliamento e supporto scolastico (ripetizioni e test universitari). Il picco massimo si tocca nella fascia d’età 15-18 anni, quando per provvedere a un figlio si sfiora una media di 11.750 euro annui”.
Dall’alimentazione allo sport: il peso delle singole voci
Riavvolgendo il nastro, dalla nascita fino ai 18 anni, si possono arrivare a spendere fino a 40.600 euro soltanto per l’alimentazione, con una differenza di quasi 6.000 euro in più rispetto a tre anni fa; per la tecnologia (computer, tablet, telefonia) si possono spendere fino a 8.500 euro, mentre le attività socioculturali richiedono una media di 18.000 euro (erano 16.000 tre anni fa).
Nella fascia 6-8 anni, tra le voci più impegnative per il bilancio familiare troviamo la mensa scolastica (tra 1.000 euro e 2.200 euro per il triennio, a seconda della fascia considerata), il doposcuola (di cui si può fare a meno, ma che costa in fascia media una stima di 2.200 euro), le attività sportive (tra 1.000 euro e 2.200 euro) e i campi estivi (dai 1.200 euro ai 4.600 euro). Nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 18 anni, invece, balzano all’occhio le spese sostenute per lo sport (da 2.500 a 3.700 euro annui), i corsi di inglese (da 2.500 a 3.700 euro), la paghetta (da 2.200 a 4.500 euro) e gli studi all’estero, dato che per un solo anno la spesa varia da 11.000 a 16.500 euro.
In caso di secondi figli o oltre, entra qualche economia di scala che fa sì – soprattutto passando passeggini e condividendo babysitter – che si generi qualche economia di scala. La stima è comuinque che il secondo figlio peserebbe sul bilancio familiare con un incremento del 70-80% rispetto al costo del primo: “Un carico complessivo comunque elevato, che fa sì che le famiglie numerose in Italia siano sempre più rare”.