repubblica.it, 21 settembre 2025
Il governo turco blocca la canzone “Perperisan”: “Minaccia la morale e l’ordine pubblico”
Il governo conservatore del presidente turco Recep Tayyip Erdogan si dimostra attento al panorama musicale e alle espressioni dell’arte, tanto da arrivare spesso a criticarle. Secondo Ilke TV, un’ordinanza di un tribunale di Ankara ha stabilito che le piattaforme online, come Youtube, Spotify e Apple Music, devono bloccare l’accesso alla canzone “Perperisan”, “Devastato” in italiano.
La decisione segue la richiesta del ministro della Famiglia e dei Servizi Sociali, che ha chiesto il divieto del brano. Al centro delle polemiche c’è l’ultimo singolo del cantante Mabel Matiz, il cui vero nome è Fatih Karaca. L’opera del quarantenne – uno dei musicisti pop turchi più famosi dell’ultimo decennio spesso in vetta alle classifiche nazionali – è accusata di essere “oscena” e di “offendere la morale pubblica”. Ciò che ha infastidito i critici è il linguaggio a tema queer, oltre che i riferimenti alla sfera intima.
Il ministero della Famiglia e dei Servizi Sociali ha affermato che potrebbe danneggiare la famiglia, avere un impatto negativo sullo sviluppo mentale dei bambini e dei giovani, causare disordini pubblici e indignare la società. Non è stato però specificato quali siano le parole considerate problematiche.
“È stata presentata una denuncia penale presso la procura generale di Istanbul contro di lui ai sensi dell’articolo 226 del Codice penale turco”, ha dichiarato il ministero degli Interni. Per questo Matiz rischia una pena detentiva compresa tra sei mesi e due anni. La sentenza è stata inoltrata all’Autorità turca per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (BTK) per l’esecuzione, sebbene il brano risulti ancora disponibile in Turchia.
Matiz ha rispedito al mittente le insinuazioni intervenendo su X a difesa del brano, già disponibile sulle piattaforme digitali dal 5 settembre: “Viene distorto in qualcosa di completamente diverso, in un modo che nessuna persona ragionevole potrebbe mai interpretare. Osservo con stupore. Le mie canzoni sono sempre state ispirate da molti aspetti della vita”, ha scritto.
Ha descritto il singolo come una storia d’amore metaforica nella tradizione della letteratura popolare turca: “La bellezza dell’arte e della letteratura è che ognuno può trovare il proprio significato. Questa canzone parla d’amore, raccontato con metafore giocose. Nient’altro”, ha aggiunto. Già in passato l’artista è stato oggetto di attacchi da parte di gruppi conservatori.
Ad esser attenzionato non è solo Matiz perché la procura generale di Istanbul ha avviato un’indagine sulla band Manifest con l’accusa di “atti osceni” e “indecenza”: nel mirino i balli e le esibizioni del gruppo tutto al femminile formato da Mina, Esin, Zeynep Sude, Emine Hilal, Lidya e Sueda, sei giovani capace di fare, lo scorso 6 settembre, sold-out in un concerto al KüçükÇiftlik Park di Istanbul e di mandare in visibilio 12mila persone, soprattutto adolescenti.
I loro testi semplici e le coreografie ispirate al K-pop hanno conquistato i teenager, ma infastidito la procura, convinta che le ragazze abbiano una cattiva influenza sui fan. A settembre, anche la popolare soap opera turca Kizilcik Serbeti si è ritrovata nel mirino dopo che la prima puntata della nuova stagione ha mostrato la protagonista in una relazione con il cognato.
La decisione pone l’accento sui poteri di censura esercitati dal governo. Gli oppositori si lamentano del fatto che le norme vengano applicate in modo vago e arbitrario, permettendo ai funzionari di mettere un bavaglio all’espressione artistica e politica.
Per loro, queste misure creano un effetto paralizzante, con artisti e giornalisti che affrontano restrizioni quando toccano temi culturali delicati. E così, mentre la Turchia celebra “l’anno della famiglia”, le sanzioni contro il mondo musicale-artistico sono in aumento.