corriere.it, 21 settembre 2025
Super ricchi, è boom (in 10 anni +138%): sul podio dei Paperoni italiani ci sono Ferrero, Pignataro e Rocca
Dal 2015 a oggi, la ricchezza dei miliardari nel mondo ha conosciuto un’espansione che sembra non avere freni: +138% in dieci anni, da 6.300 a 15 mila miliardi di dollari. A certificarlo è Ener2Crowd, piattaforma italiana di investimenti Esg, che registra anche un altro fenomeno: gli Ultra High Net Worth Individual (gli «Uhnwi», ovvero coloro che hanno patrimoni oltre i 30 milioni di euro) si sono addirittura quintuplicati.
E in Italia? Qual è il nuovo ranking dei Paperoni di casa nostra? Secondo la top 10 di Ener2Crowd, al vertice si conferma Giovanni Ferrero (e famiglia) con 49,1 miliardi di dollari. Tra l’altro, l’imprenditore piemontese dei dolci nell’aprile scorso veniva certificato da Forbes la 41esima persona più ricca del mondo e la sesta più ricca d’Europa. Nella classifica di Ener2Crowd è seguito a una certa distanza da Andrea Pignataro, bolognese residente a Saint Moritz, attivo nella finanza e creatore di Ion, con un patrimonio di poco meno la metà di quello di Ferrero: 23,9 miliardi. Ultimo sul podio, Paolo Rocca: l’imprenditore italiano naturalizzato argentino, amministratore delegato del gruppo Techint, detiene un patrimonio di 15,3 miliardi di dollari.
La «medaglia di legno», si fa per dire, spetta non più a una persona, ma all’intera eredità di Giorgio Armani (12,1 miliardi di dollari), scomparso il 4 settembre scorso. Il quinto posto invece va a Giancarlo Devasini, lo schivo presidente e primo azionista di Tether, che emette la principale stablecoin al mondo: il suo patrimonio si aggira intorno agli 11,5 miliardi di dollari. Subito dopo ci sono Piero Ferrari, figlio del fondatore dell’omonima casa automobilistica (9,96 miliardi), l’imprenditore edile ed editore Francesco Gaetano Caltagirone (8,5 miliardi) e Miuccia Prada (6,85 miliardi di dollari). Chiudono la classifica il marito di Miuccia, Patrizio Bertelli (6,81 miliardi di dollari), e Gianfelice Rocca (6 miliardi di dollari), fratello del di cui sopra Paolo.
Nel 2024, anche la popolazione degli «Hnwi» (High Net Worth Individual, che in italiano significa «individuo ad alto patrimonio netto»: parliamo di persone che hanno oltre un milione di dollari) è cresciuta del 2,6%, mentre la ricchezza complessiva degli ultra-Hnwi ha segnato un +6,2%. Secondo gli analisti, entro il 2048 saranno trasferiti agli eredi della Gen X, dei Millennial e della Gen Z oltre 83,5 trilioni di dollari.
E c’è un primato che riguarda da vicino l’Italia: secondo il Knight Frank Wealth Report, il nostro Paese è il primo in Europa per numero di ultra-Hnwi che trascorrono parte della loro vita qui. Sono più di 15.900 individui con oltre 30 milioni di dollari di patrimonio. «L’attrattiva italiana si gioca su politiche fiscali, stabilità, eredità culturale e sul valore del lusso sostenibile», sottolinea Niccolò Sovico, ceo e cofondatore di Ener2Crowd.
In Italia, inoltre, ci sono 472 mila Hnwi (0,8% della popolazione), tra cui 88 mila very-Hnwi (oltre 5 milioni di patrimonio, lo 0,15% della popolazione). A questi si aggiungono 3,1 milioni di sub-Hnwi (5,2%), persone con almeno 250 mila euro di patrimonio finanziario e una capacità d’investimento di 25 mila euro l’anno. Per Ener2Crowd, se solo una parte di questo capitale fosse orientata verso progetti sostenibili, l’impatto sarebbe «decisivo». E infatti molti Hnwi dicono di non cercare più soltanto rendimento, ma un «ritorno di senso»: investire lasciando un’impronta positiva. Sarà davvero così?