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 2025  settembre 21 Domenica calendario

Mediobanca, Nagel e Pagliaro consegnano le azioni al Montepaschi

Si prepara una giornata decisiva per il Monte dei Paschi. Domani si concluderà l’Opas su Mediobanca che venerdì ha visto le adesioni salire al 70,48% con la consegna massiccia di titoli da parte dei fondi, passivi ed hedge che lunedì potrebbero spingere la quota anche attorno all’80%. «Un’adesione andata al di là di ogni aspettativa. Noi abbiamo votato a favore dell’operazione in assemblea perché ci sembrava positiva come ha testimoniato il mercato», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sottolineando come il Mef non avesse ormai più il controllo di Mps e «tanto meno ora».
Dalle corpose adesioni di venerdì all’Opas è emersa anche qualche sorpresa. Alberto Nagel, il ceo di Mediobanca, dimissionario da giovedì scorso assieme al cda, è diventato socio di Mps. Con un certo pragmatismo ha portato in adesione all’Opas una parte delle sue azioni (364 mila). Lo hanno seguito il presidente Renato Pagliaro (1 milione) e il direttore generali Francesco Saverio Vinci (263 mila). Secondo quanto filtra, il vertice dell’istituto avrebbe identificato in Mps un’opportunità per un investimento finanziario. Il titolo da inizio anno ha registrato una performance inferiore a quella delle altre banche i cui valori sono saliti tra il 40 e il 50%. Quindi, per il primo investimento post-vendite massicce di titoli Mediobanca, i tre manager puntano proprio su Mps che a gennaio ha lanciato l’offerta definita «ostile e distruttiva di valore» su Piazzetta Cuccia.
Intanto, gli occhi del mercato sono rivolti a domani quando si avrà un quadro più chiaro sul livello di adesioni all’Opas. Non è da escludere che possano anche arrivare attorno all’80% del capitale di Mediobanca, anche se l’attuale quota del 70,48% assicura già la maggioranza necessaria in assemblea per approvare la fusione tra Siena e Milano. Ed è anche inferiore al 90%, soglia obbligatoria per il delisting che richiederebbe un esborso per cassa.
I lavori del board guidato dal ceo Luigi Lovaglio entreranno nel vivo da martedì, quando si riunirà anche il comitato nomine per fare un punto sui nomi da inserire nella lista per il rinnovo del cda di Mediobanca. Per completare la fusione e la riorganizzazione della nuova banca ci vorrà tempo. È quindi probabile che per guidare questo processo il Monte opti per una soluzione interna a Mediobanca. Tra un anno l’istituto toscano sarà una realtà molto diversa. Potrà contare sull’apporto di Compass, avrà messo in comune Premier e Widiba. A quel punto potrebbe valorizzare al massimo il private banking e il corporate e investment banking attraverso il marchio Mediobanca e definirne il vertice.