Corriere della Sera, 20 settembre 2025
L’Onu «barocca» del vice segretario
A otto decenni dalla sua nascita, riformare l’Onu è assolutamente necessario, tagliando costi e burocrazia. Ne è consapevole il Sottosegretario generale per le Politiche, il britannico Guy Ryder, responsabile della Iniziativa UN80, lanciata dal «numero uno», il portoghese António Guterres, per promuovere una rivoluzione strutturale di un’Organizzazione che vive la crisi profonda del multilateralismo in un mondo dove sembra vincere la legge del più forte. Intanto, però, la sessione attuale della Assemblea generale appare meno ininfluente di quelle più recenti.
«Se si dà un’occhiata all’organigramma del sistema delle Nazioni Unite, si scopre un’architettura piuttosto barocca» ha affermato Ryder, che è nato sessantanove anni fa a Liverpool, ha iniziato la sua carriera nel sindacalismo internazionale ed è stato direttore generale dell’Oil (l’agenzia, basata a Ginevra, che promuove la giustizia sociale e i diritti sul lavoro). «Nell’Onu ci sono molte entità. Sono cresciute nel corso degli anni – ha aggiunto – in modo incrementale. Le strutture non sono mai facili da cambiare una volta che sono state create, ma sembra sensato sottoporre questa architettura a un esame approfondito». Parlare di un’architettura barocca sembra particolarmente azzeccato. Ma forse la verità è ancora più amara.
Il piano che sta prendendo forma, scrive The Guardian, prevede tagli per 500 milioni di dollari nel bilancio dell’anno prossimo e la riduzione di circa il 20% dei posti di lavoro. È l’unico modo, questo, per affrontare i problemi legati anche al disimpegno degli Stati Uniti, che sono usciti dal Consiglio dei diritti umani, dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unesco e stanno riesaminando la loro presenza complessiva nel sistema. Non è quindi il caso di perdere tempo. Guardando anche indietro, facendo tesoro delle lezioni del passato. Ryder lo ha ammesso incontrando in luglio i giornalisti al Palazzo di Vetro: «Una revisione simile, condotta 20 anni fa, si è arenata piuttosto rapidamente, senza produrre i risultati sperati e attesi all’epoca». Cambiare le Nazioni Unite non significa fare un favore a Trump. È nell’interesse di tutti.