Corriere della Sera, 20 settembre 2025
Non violentò le due ragazze: assolto. Risarcito con 108 mila euro
Giusto l’arresto, ingiusta (già dopo due giorni) la detenzione in carcere per 1 anno e 3 mesi: le due cose possono stare assieme? Sì, risponde la V Corte d’Appello milanese nell’indennizzare con 108.000 euro un 31enne marocchino arrestato il 5 dicembre 2021 dal gip di Busto Arsizio, poi «candidato» dalla Procura di Varese a fine processo di primo grado a 9 anni e 2 mesi di condanna, ma il 7 marzo 2023 assolto dal Tribunale di Varese «per non aver commesso il fatto» che il 3 dicembre 2021 aveva destato clamore: due ragazze abusate nella stessa sera su un treno e in una stazione (Venegono Inferiore) di Trenord sulla linea Saronno-Varese. Dopo 48 ore Hamza Elayar era stato fermato perché riconosciuto in foto da una delle due ragazze come il giovane zoppicante, con stampella e colbacco, che l’aveva violentata sul treno insieme a un pure arrestato complice italiano; perché in quei giorni per un piede rotto il marocchino aveva davvero una stampella; e perché un colbacco era stato trovato a casa dell’italiano dove il marocchino dormiva. Dunque l’arresto era «inizialmente senz’altro giustificato». Ma già due giorni dopo, il 7 dicembre, Elayari aveva «compiutamente risposto alle domande del gip, non limitandosi a professare la propria innocenza ma fornendo precise indicazioni utili a scagionarlo o comunque a reindirizzare il proficuo proseguio delle indagini».
Partendo infatti dalla confidenza fattagli da un connazionale coinquilino che quella sera un altro loro coinquilino avesse infastidito due ragazze alla stazione, le indagini «sfociavano nella identificazione degli autori delle violenze in altri due soggetti», tutt’oggi ricercati : ad uno dei quali, 24enne marocchino per caso della vita pure lui con stampella, apparteneva il famoso colbacco, le cui tracce di capelli rivelavano infatti un Dna diverso da quello di Elayari. In più, i difensori Monica Andreetti e Mauro Straini del supposto complice italiano, con una consulenza sui tabulati telefonici avevano documentato che «nel lasso di tempo della violenza si trovava in luoghi incompatibili», benché nel primo interrogatorio egli stesso si fosse collocato su quel treno, ma solo perché (come rileverà una consulenza psicodiagnostica) affetto da un ritardo mentale che sotto stress gli faceva dire ciò che pensava gli interlocutori volessero sentirsi dire. Solto nel 2023 nel processo a Varese una delle due ragazze, correggendosi di fronte alla foto del connazionale coinquilino di Elayari, aveva infine riconosciuto il proprio violentatore nell’irreperibile 24enne marocchino, e non più in Elayari. Che ora, assistito dagli avvocati Fabio Bascialla e Maurizio Punturieri, ottiene i 235 euro e 83 centesimi di legge per ciascuno dei 458 giorni di carcere: 108.000, senza riduzioni perché, pur «non avendo prontamente denunciato gli autori del reato» che conosceva, questa «iniziale sostanziale connivenza è cessata già nell’interrogatorio di convalida del fermo», dopo poche ore, sicché «non può essere» ritenuta una di quelle «condotte lievemente colpose» che possono giustificare una decurtazione.