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 2025  settembre 20 Sabato calendario

Da Ulisse ad Acutis, il Pantheon di Forza Italia si amplia

«Fatti non foste a viver come bruti…». Ulisse è il primo. Antonio Tajani offrirà anche il re di Itaca come figura d’ispirazione ai pezzi grossi di Forza Italia riuniti a Telese per la festa del partito, nel nome della “Libertà”. Facile che sia quello dantesco l’Ulisse che Antonio Tajani mette al primo posto nel pantheon di Forza Italia (beninteso, dopo Silvio Berlusconi). Colui che si spinge oltre i confini del mondo, oltre le Colonne d’Ercole «per seguir virtute e canoscenza». Ma chissà, forse c’è un pensierino anche per il sommo poeta greco Costantino Kavafis quando mette sull’avviso: «E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso».
La lista, queste liste, sono fatte apposta per riposizionare l’immaginazione di un partito, ridisegnarne il perimetro ideologico quando serve guardare fuori dalla comfort zone (o dalle gabbie) delle identità tradizionali. Fu così quando nel 2022, prima di vincere le elezioni, Giorgia Meloni a Milano allineò la galleria dei padri per il partito nuovo che aveva cominciato a disegnare 10 anni prima. Tolkien, certo, ma della passione per il bardo di Oxford dei ragazzi di Colle Oppio sapevano anche i gatti. Molto più ghiotto per le penne dei giornalisti fu Pierpaolo Pasolini, comunista eretico, e l’inclusione tra le «patriote» anche di Tina Anselmi, democristiana antifascista così nel cuore della sinistra da essere candidata a presidente della Repubblica proprio da Cuore, il settimanale satirico “di resistenza umana” nato dentro all’Unità. Partigiana, Anselmi fu anche la primo ministro donna della Repubblica. Correva il 1976, Meloni giurò da ministro con Berlusconi nel 2008.
Ovviamente, «i valori non cambiano» assicura Tajani, sono gli stessi delle origini: «Ma i tempi sono cambiati». E dunque, dopo Ulisse, c’è Carlo Acutis, il ragazzo che amava i computer e i videogames appena elevato a Santo da Papa Leone XIV. Poi c’è Salvo D’Acquisto, il carabiniere eroe che salvò 22 persone dalle rappresaglie naziste. E, ancora, la Signora di ferro, Margareth Thatcher. Non dimenticata, ma forse un po’ troppo liberale per questi tempi: pochi tra gli ultras liberisti oggi di moda la menzionano. È anche vero che non lo si può pretendere dal presidente argentino Milei: nel 1982, Maggie mandò la Royal Navy nelle Falkland.
E poi, prendete nota sovranisti, ci sono tutti padri dell’Europa e del popolarismo europeo. Da Alcide De Gasperi a Konrad Adenauer (forse l’unico in Europa ad aver avuto una carriera politica più lunga di Giulio Andreotti) fino a Robert Schuman, che fu tra l’altro antico predecessore di Tajani come presidente del Parlamento europeo. Senza dimenticare il cofondatore di Forza Italia Antonio Martino.
Poi, un po’ a sorpresa dato che è vivente e sta benone, il segretario azzurro menziona anche Mogol, il sommo paroliere e poeta che peraltro sarà ospite alla festa della “Libertà”, così come i capi del Ppe Roberta Metsola e Manfred Weber. Eppure, nemmeno Tajani può farcela a competere con Jovanotti. Che, avantissimo, già nel 1994 pensava positivo: «Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa, che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, passando da Macolm X attraverso Gandhi e San Patrignano».