Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  settembre 19 Venerdì calendario

L’Ungheria come l’America dichiarerà “terroristi” tutti gli antifascisti: “Salis è tra loro”

L’Ungheria di Viktor Orban come l’America di Donald Trump. Dichiarerà «terroristi» gli «Antifa». E tra loro finirà anche Ilaria Salis, l’eurodeputata antifascista eletta con Avs dopo l’arresto e i lunghi mesi di prigionia a Budapest accusata di aver picchiato tre neonazisti durante il Giorno dell’onore che ogni anno l’11 febbraio raduna nella capitale magiara centinaia di nostalgici delle SS.
A quattro giorni dal voto che a Bruxelles in commissione Affari giuridici farà il primo passo per revocare o meno l’immunità parlamentare a Ilaria Salis, il portavoce del governo Orban, Zoltan Kovacs annuncia su X: “A seguito della decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, l’Ungheria designerà ufficialmente Antifa come organizzazione terroristica”.
"Il primo ministro Orban ha dichiarato che gli agenti di Antifa sono venuti in Ungheria, hanno attaccato persone pacifiche per strada e poi sono diventati eurodeputati e ora danno lezioni all’Ungheria da Bruxelles”, ha aggiunto Kovacs taggando nel messaggio l’eurodeputata di Avs, Ilaria Salis. “Bene, congratulazioni. Questo è inaccettabile”, ha concluso il portavoce del governo ungherese citando le parole di Orban.
Oltre all’ennesimo attacco a Salis – già ieri Kovacs aveva risposto a un tweet dell’eurodeputata indicandole le coordinate di un carcere di massima sicurezza ungherese –, c’è un problema di fondo. “Antifa” non è una sigla organizzata o un partito politico, ma piuttosto un cappello sotto al quale si riuniscono, a sigle variabili, con modalità di azione politica e conflittuale differente, gruppi antifascisti in tutto il mondo. Dichiarare gli “Antifa” «organizzazione terroristica» significa potenzialmente colpire qualsiasi gruppo sociale che si riconosce nella sinistra radicale e nei simboli antifascisti. E, in generale, arrivare a colpire qualsiasi oppositore politico.
Trump ci aveva già provato durante il primo mandato, dopo le rivolte per l’omicidio di George Floyd nel 2020, ucciso dalla polizia. Il presidente americano aveva fatto lo stesso annuncio su X, ma era stato bloccato dal presidente dell’Fbi James Comey. Ora l’America apre la strada e l’europea Ungheria subito si accoda.
"Non devo fare commenti sulle scelte di altri Stati su organizzazioni politiche”, dice poi il segretario di Forza Italia, vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, “ma non credo che Salis sia una terrorista. Ho idee molto diverse da lei. C’è un processo che la riguarda per accuse di violenze che avrebbe commesso ma non mi risulta che sia una terrorista”.
Nel Parlamento europeo Forza Italia fa parte del gruppo dei Popolari. Proprio loro saranno determinanti, il 23 settembre, nel voto sulla revoca dell’immunità parlamentare di Salis facendo pendere la bilancia dall’una o dall’altra parte. Una scelta favorevole determinerebbe la decadenza dell’europarlamentare dal seggio di Strasburgo, la ripresa del suo processo a Budapest per lesioni e la possibilità, per l’Ungheria che la vede come una “terrorista”, di chiederne un mandato di arresto europeo.