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 2025  settembre 18 Giovedì calendario

«Truffò i nipoti di Berlusconi». A processo l’ex consulente di fiducia

È l’amico, il consulente, il compagno di viaggio che a due nipoti di zio Silvio Berlusconi ha organizzato la vita per 7 anni, gestendo 10 milioni di euro di loro spese centralizzate su una società di servizi: ma ora quell’(ex) amico, (ex) consulente, (ex) compagno di viaggi, è stato mandato a giudizio dalla Procura di Milano con citazione diretta – a un processo che inizia domani – nell’ipotesi che, maneggiando quei 10 milioni dei nipoti di Berlusconi, li abbia truffati quantomeno per 1 milione. Sono Silvio Andrea e Paolo Enrico Beretta, 45 e 50 anni, imprenditori figli di Giorgio Beretta e di Maria Antonietta Berlusconi, la sorella del Cavaliere che li aveva battezzati con i nomi appunto dei suoi fratelli Silvio e Paolo. Ex ballerina classica, appassionata di danza al punto da aprire con la primogenita figlia Sabrina una scuola di ballo («Principessa») molto nota in città anche per la collaborazione col Teatro Manzoni, «Etta» Berlusconi muore d’improvviso nell’aprile 2009 a 65 anni, e nel 2012 muore a soli 37 anni anche Sabrina. È in questa fase complicata della vita di Silvio e Paolo che un consulente della scuola di danza, Marco Campanelli, stringe con i due fratelli Beretta un rapporto sempre più stretto e amicale, con la condivisione di cene, viaggi e vacanze, piano piano conquistando la fiducia anche come gestore (pur senza alcun ruolo ufficiale o carica societaria) della vita pratica quotidiana dei nipoti di Berlusconi: la manutenzione delle case della famiglia, il coordinamento del personale di servizio e di sicurezza, gli acquisti di beni di lusso, la pianificazione di viaggi esotici. Per tutte queste attività Campanelli propone ai fratelli Beretta di ottimizzare fiscalmente le spese ricorrendo alla società «M&C Service srl», nella quale non ha ruoli ma che gli è riconducibile attraverso due soci a cui è legato. Tutto fila liscio dal 2012 al 2019, quando i nipoti di Berlusconi, a loro dire insospettiti da alcune richieste di chiarimenti cadute nel vuoto, troncano i rapporti e ingaggiano un consulente informatico forense spesso utilizzato dalle Procure, l’ingegner Maurizio Bedarida, per orientarsi nei 50.000 file in 7 anni del computer di Campanelli nella scuola di danza. Da lì accusano l’ex amico d’aver sistematicamente drenato denaro (stimato in 1 milione dal pm Francesco Cajani nel capo di imputazione), a loro dire facendo la cresta sugli acquisti, gonfiando fatture, falsificando resoconti, interponendo passaggi societari: come nel leasing di una imbarcazione che nel 2015 sarebbe servito solo a lucrare un ricarico di 200.000 euro.
Ma come spesso in queste saghe patrimoniali, la versione dell’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Lucibello, è tutta diversa: la denuncia sporta dai nipoti di Berlusconi sarebbe stata fatta nel 2023 solo come reazione sia al decreto ingiuntivo che nel 2021 la «M&C Service srl» aveva ottenuto per azionare un credito di 200.000 euro di fatture 2017-2019; sia all’altra richiesta stragiudiziale ai Beretta di pagare 1,2 milioni di ristrutturazione di una villa, fondata su una «scrittura privata» che i Beretta avrebbero rilasciato nel 2016 promettendo il saldo entro fine 2017. Non c’è traccia né memoria di questa scrittura privata, controreplicano i nipoti di Berlusconi, che, assistiti dal legale Salvatore Pino, ventilano che «l’invocazione di un contratto che non esiste, o che se esiste è certamente falso», costituisca «l’ennesimo raggiro». Ora la parola passa al Tribunale. Sempre che arrivi in tempo, visto che la prescrizione di 7 anni e mezzo incombe su gran parte degli episodi al centro del confronto.