Avvenire, 17 settembre 2025
La svolta in Kazakistan: saranno vietate le nozze forzate
In Kazakistan, il rapimento di donne per il matrimonio forzato è ora punibile con la reclusione, secondo una legge entrata in vigore oggi nel Paese conservatore dell’Asia centrale. In base alla nuova legge, la pena varia da una multa a dieci anni di carcere, ha annunciato la polizia kazaka. Secondo la stessa fonte, «queste modifiche mirano a prevenire i matrimoni forzati e a proteggere i gruppi vulnerabili di cittadini, in particolare donne e adolescenti». Non esistono statistiche affidabili per l’intero Paese, ma un membro del parlamento ha dichiarato in primavera che la polizia aveva ricevuto 214 denunce negli ultimi tre anni. Questa difficoltà nel quantificare il fenomeno, presente anche nel vicino Kirghizistan, è spiegata in parte dall’assenza di un articolo separato nel codice penale e dal regolare ritiro delle accuse. Inoltre, questi casi possono essere tenuti segreti dalle famiglie, che preferiscono tacere per motivi d’onore o raggiungere un accordo amichevole con la famiglia del rapitore. I nuovi emendamenti rendono impossibile qualsiasi accordo, perché «l’autore rimane responsabile davanti alla legge anche se la persona rapita viene rilasciata volontariamente», sottolinea la polizia.
La questione della difesa dei diritti delle donne in Kazakistan ha attirato l’attenzione dei media nel 2023 in seguito all’omicidio di una donna da parte del marito, un ex ministro, un caso che aveva sconvolto la società kazaka e spinto il presidente Kassym-Jomart Tokayev a reagire.
«Alcune persone si nascondono dietro le cosiddette tradizioni e cercano di imporre la pratica del furto della moglie. Questo palese oscurantismo non può essere giustificato», ha condannato il presidente Tokayev.