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 2025  settembre 17 Mercoledì calendario

È allarme cervello Social e cellulari come droga e alcol

Comincia un nuovo anno scolastico con una novità, il divieto di portare i cellulari in classe, in tutte le scuole. Anche se l’utilizzo di smartphone e social è entrato nella vita di ognuno di noi, il loro uso eccessivo può essere causa di problemi che arrivano fino alla dipendenza, soprattutto nei giovani il cui cervello in fase di formazione è fragile.
Il meccanismo che c’è alla base è pervasivo più di quello di droghe o alcol: l’accesso è gratuito, quando si vuole, senza uscire di casa, senza pagare, e la sostanza che dà il piacere, la dopamina, la produce direttamente il nostro cervello.
I dati ufficiali dicono che nel 2024 oltre 320.000 studenti dai 14 ai 19 anni, il 13% del totale, hanno avuto un uso problematico del web, perdendo sonno pur di restare connessi, sostituendolo alla vita reale e al piacere dell’incontro fisico, generatore di emozioni e empatia, con il rischio di cadere nelle trappole che il web nasconde.
Il motivo della proibizione del loro uso nelle scuole è legato al loro modo di interagire con i nostri meccanismi mentali. La scienza ci dice una cosa molto importante, e cioè che il nostro cervello è lento: deve prendere con accuratezza molte decisioni o apprendere nozioni importanti, e questo richiede elaborazioni complesse.
Per questo, essere bersagliati senza sosta da contenuti online, interferisce con i processi cognitivi e riduce l’attenzione e la memoria. Uno studio dimostra come la semplice vicinanza del cellulare, indipendentemente dal fatto che sia acceso o spento, è sufficiente a rallentare, almeno parzialmente, il cervello, con riduzione delle abilità mentali.
L’uso continuo dello schermo, anche fuori dalla scuola, toglie il tempo per la riflessione, per quel vagare sui propri pensieri su cui si basa un’importante caratteristica dell’essere umano, la creatività.
Le conseguenze della dipendenza da web sono serie: calo delle capacità cognitive e del rendimento scolastico, depressione, disturbi del sonno, senso di inadeguatezza verso tutto, chiusura in se stessi.
E questo può essere causa di problemi di salute mentale che possono arrivare fino al suicidio, tra le prime cause di morte tra i 15 e i 19 anni.
Per questo è importante parlare ai giovani, sempre, ascoltare i loro problemi e spiegare che lo schermo e la tastiera non sono la realtà ma possono moltiplicare i pericoli del mondo. Bisogna definire regole stringenti sull’uso dei social (il 66.9% dei minori afferma di non avere nessun tipo di supervisione) e riconoscere i primi segni di un uso eccessivo per intervenire precocemente.
È anche molto importante promuovere attività che stimolino socialità, come sport, o incontri di gruppo. In questo può essere di aiuto trasformare le scuole in luoghi permanentemente aperti ai giovani.