ilgiornale.it, 17 settembre 2025
I presunti sabotaggi, il poco carburante, l’addio di Greta: tutti i guai della Flotilla
La Flotilla sembra aver preso definitivamente la via del mare, almeno fino alla prossima sosta che potrebbe avvenire a Malta. La parte italiana ancora deve partire, è in attesa del segnale da parte della spedizione iberico-magrebina per dirigersi verso il Mediterraneo centrale e poi puntare la prua verso Gaza. La spedizione, presentata in pompa magna e oggetto di una campagna mediatica a sostegno imponente, sembra però una scampagnata improvvisata, dove quelli che dovrebbero essere i responsabili non pare abbiano gestito bene gli imprevisti che, inevitabilmente, si vengono a creare in situazioni come queste.
Uno dei momenti di rottura per la flottila sono stati presunti attacchi con droni: la sinistra ha puntato il dito contro Israele, lo Stato ebraico è stato accusato di avr sganciato granate o missili contro due delle imbarcazioni. Un’accusa arrivata implicitamente anche dalla flotilla: peccato che le due barche, non centro portaerei corazzate ma banalissime barche di 15/20 metri, non hanno subito pressoché alcun danno. Solo qualche fiamma a bordo facilmente spenta con gli estintori, tanto che esperti indipendenti hanno messo in forte dubbio la versione degli attivisti, ipotizzando che possano essere stati vittima di “fuoco” amico: razzi di segnalazione sparati per gioco o per chissà quale motivo che sono poi ricaduti dove non dovevano.
Infatti, secondo alcune fonti, questo episodio sarebbe stato dirimente per alcuni attivisti, convincendoli ad abbandonare la spedizione, imbarcarsi sul primo aereo da Tunisi, e tornare a casa. Un vero e proprio abbandono nave da parte di chi, forse, credeva in un progetto più serio e meno arruffato e disorganizzato. Dalla flotilla hanno provato a camuffare, a sostenere che la defezione di decine di persone era una scelta ponderata per la sicurezza ma la verità sembra essere un’altra. Non nascondono, invece, di aver avuto problemi di carburante perché, dicono, uno yacht avrebbe prosciugato le scorte della marina e sono stati costretti ad attendere i rifornimenti. E poi c’è il nodo Greta Thunberg, uscita dal direttivo della Global Sumud Flotilla e sbarcata dalla Madeira Family, la barca ammiraglia della spedizione. È stata vista trascinare i bagagli sul molo per trasferirsi sull’Alma, meno in vista della precedente.
Era il “condottiero” della spedizione ed è finita a essere uno dei mozzi qualunque, pare per i troppi personalismi e la scarsa attenzione sul quanto succede a Gaza. Qualcuno, tra il serio e il faceto, ha commentato che a bordo della flotilla si combatte più che a Gaza. E forse non ha tutti i torti.