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 2025  settembre 17 Mercoledì calendario

Chiamiamola malattia mentale

Secondo dati del 2021, a livello globale più di un miliardo di persone convivevano con un disturbo di salute mentale. Ed è necessario investire di più sulla salute mentale. A chiederlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che ha appena pubblicato un rapporto sulle politiche governative in materia di salute mentale e un altro sul benessere mentale.
I dati che vengono riportati potrebbero apparire, paradossalmente, confortanti per quanto ci riguarda, considerando che i governi della regione Europa dell’Oms hanno speso 51,76 dollari pro capite per la salute mentale nel 2024, più di qualsiasi altra regione a livello globale. Ma allora, verrebbe da chiedersi, perché il tema della salute mentale appare invece sempre più grave, urgente ed emergente? Una possibile risposta, viene dalla diffusione del problema, che é in costante aumento e quindi richiede più risorse per essere affrontato. Un’altra possibile risposta si può trovare nella scelta dell’allocazione dei fondi che vengono stanziati. In Italia è stato da poco presentato il Piano nazionale d’azione per la salute mentale, che può essere considerato un passo avanti significativo, visto che data a ben 47 anni dall’approvazione della legge Basaglia e a 25 dall’ultimo Piano di tutela dalla salute mentale. Tuttavia perché l’iniziativa raggiunga gli obiettivi auspicati è necessario che le risorse, ancora e sempre quelle, che verranno messe a disposizione siano davvero in linea con quelle degli altri Paesi europei per noi di riferimento, e poi che la loro allocazione punti a rinforzare le strutture su cui più grava la gestione del problema e che tenga conto dei bisogni delle famiglie in cui vive una persona con disagio mentale, sempre che si voglia continuare a chiamarlo così. Perché, sarà anche antipatico, sarà poco politically correct, ma definire disagio ciò che invece è vera, e grave, malattia, fa torto al malato e a chi gli sta vicino. E forse, inconsciamente, contribuisce ad aumentare la probabilità che venga tras-curato invece che curato.