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 2025  settembre 16 Martedì calendario

Venezi, non voleva incarichi. E ora è in corsa per la Fenice

“Non c’è stata, né ci sarà alcuna ‘nomina’ a sovrintendente o a direttore artistico”. Così Beatrice Venezi, amica di Giorgia Meloni con la bacchetta a destra, un anno fa nella sua intervista, giurava al Fatto di non andare a caccia di incarichi perché – diceva – “richiedono di essere presente in teatro e non riuscirei a compierli con la dedizione necessaria”. Oggi, ovvero esattamente un anno dopo, è in rampa di lancio proprio per un incarico alla Fenice di Venezia, uno dei teatri più prestigiosi al mondo. La voce si rincorre ormai da giorni. Nicola Colabianchi fresco di una nomina a sovrintendente a marzo, anch’essa molto contestata come “imposta” da Roma per motivi di appartenenza politica, non conferma e non smentisce. Si limita a dire che quel nome è sul tavolo “ma nulla è ancora deciso”. Forse se ne saprà di più il 17 settembre, quando lui incontrerà i sindacati. Molti telefoni squillano a vuoto, a partire da Venezi che negli ultimi mesi è diventata una presenza costante in Laguna: il 5 settembre si è esibita con I virtuosi italiani in piazza Mazzini a Jesolo, due giorni prima era a Portogruaro. Ma non sono mancate le direzioni sponsorizzate, come i due concerti a Venezia finanziati da Generali nel 2020 e nel 2022.
Il ruolo è ancora da definire, tra direzione musicale o direzione artistica o una meno vistosa consulenza musicale. Tra le ipotesi, quella di un “ticket” proprio con Colabianchi che a marzo 2027 dovrà lasciare comunque l’incarico per motivi di età. Perché il problema di farla dirigere è anche farla “digerire” all’Orchestra della Fenice che con lei ebbe a che fare nel luglio 2020 per l’esecuzione dell’Adagio per Archi di Samuel Barber. I rappresentanti dei lavoratori aspettano in silenzio. La preoccupazione passa di bocca in bocca, nessuno parla, e con ragione. A marzo 2024 tre orchestrali della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana sono stati sospesi per aver osato criticare pubblicamente le capacità artistiche e musicali di Venezi dopo la sua direzione al Politeama Garibaldi di Palermo. C’è chi dice che le pressioni per portarla a Venezia siano ancora tutte sulla linea Palermo-Roma. Perché a quello punterebbe, dopo che al Massimo di Palermo è andato Alvise Casellati, figlio della ministra. D’altra parte la storia di Beatrice Venezi in Sicilia è cominciata anni fa grazie all’allora assessore al Turismo e Spettacolo Manlio Messina (FdI), legatissimo anche lui a Giorgia Meloni tanto che nel 2022 lo ha portato a Roma come deputato. Venezi si è esibita due volte al Festival del Cinema di Cannes e una volta a quello di Venezia, sempre a riporto della Regione. Ha diretto due opere liriche al Bellini di Catania. È stata direttrice artistica del Festival di Taormina. Proprio le spese delle delegazioni a Cannes, lievitate negli anni da 700 mila euro a quasi 4 milioni, sono finite ora sotto la lente della Procura di Palermo. Venezi nelle due trasferte deliziò i visitatori del padiglione siciliano con concerti eseguiti da orchestrali, sempre del Bellini di Catania. Quelle su Venezia magari sono solo tutte voci. Visto che lei incarichi non ne vuole.