Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  settembre 16 Martedì calendario

Cattivi bidelli

Parliamo un po’ di questa parodia della guerra civile e degli anni di piombo inscenata dal governo e dai suoi clown a mezzo stampa dal titolo “Il partito dell’odio”. Il primo a evocarlo fu B., sedicente leader del “partito dell’amore” (peraltro già fondato da Cicciolina e Moana), che nei suoi deliri totalitari da sciùr parùn brianzolo pretendeva non solo che gli italiani lo votassero, ma pure che lo amassero. Eppure fu proprio lui, dopo decenni di rispetto fra avversari, a resuscitare il linguaggio d’odio contro i “comunisti con le mani grondanti di sangue” (Occhetto, D’Alema e Veltroni) e i magistrati “cancro da estirpare”, “come le Br” e “la banda della Uno bianca”. Un giorno uno squilibrato, a Milano, gli tirò in faccia un modellino del Duomo. Sallusti, su Rai1, additò me, Santoro, Di Pietro, la sinistra (e perfino Casini) come “mandanti morali”. Mi ero infatti permesso di ricordare che ognuno ha il diritto di odiare chi gli pare, purché non gli torca un capello, e che neppure Hitler aveva osato processare i sentimenti. Poi Cicchitto, capogruppo FI, stilò alla Camera in diretta tv la lista completa dei “mandanti morali” dell’agguato ad altezza Duomo: i tre putribondi figuri più Ingroia ed Espresso.
Marx diceva che le tragedie della storia si ripetono in forma di farsa, quindi siamo alla terza fase: la barzelletta. Infatti i Melones e i loro clown, più o meno gli stessi piromani di B. travestiti da pompieri, cercano disperatamente in Italia i “mandanti morali” di un omicidio made in Utah: quello dell’influencer trumpiano Charlie Kirk. E, non trovando nessuno, si inventano che la “sinistra” (peraltro non pervenuta da mezzo secolo) “esulta”, ergo son tornate le Br. Il guaio è che qui Kirk lo conoscevano in pochi: i più hanno saputo che esisteva quando è stato ucciso. Così diventa un “cattivo maestro” chi non “prende le distanze” dal killer. E poi, per fare numero, pure chi non prende le distanze da chi non prende le distanze. Confesso un mio limite: non ho mai capito perché dovrei prendere le distanze da chi mi è già distante perché non lo conosco o non lo controllo. Dirigendo il Fatto, mi capita di scusarmi per un errore uscito sul Fatto. Per il resto, assisto nel mondo a orrori indicibili senza mai prendere le distanze dai loro autori: non vedo perché dovrei dissociarmene, non essendovi associato. Ma ora scopro che tutti dovremmo prendere le distanze dal professor Odifreddi per una sua frase molto opinabile su Kirk. In pratica tutti dovrebbero passare la vita a leggere tutto ciò che dicono tutti su tutto, per non mancare una dissociazione e non finire nella lista dei complici e dei mandanti morali di qualcosa o di qualcuno (che perlopiù non conoscono). A proposito di disturbi dissociativi: ma quando arriva la neuro?