Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  settembre 16 Martedì calendario

Abusò di cinque minorenni, il Papa dimette da diacono insegnante di religione di Latina

Papa Leone XIV in persona ha dimesso dallo stato clericale un diacono di Latina, Alessandro Frateschi, che aveva abusato sessualmente di cinque minorenni approfittando tra l’altro del suo ruolo di insegnante di religione. La diocesi gli aveva già revocato l’idoneità all’insegnamento e l’uomo, trovato anche in possesso di materiale pedopornografico, si trova già in carcere.
Notifica in carcere
E proprio nel carcere di Latina, informa in una nota la diocesi, a Frateschi è stato notificato “il decreto di dimissione dallo stato clericale per decisione diretta di papa Leone XIV”. Il decreto di condanna “non è appellabile”. È intervenuto direttamente il Papa, dopo che la vicenda era passata dalla diocesi e dal dicastero vaticano per la Dottrina della fede, perché quest’ultimo gli ha deferito il caso a causa “vista la gravità e il manifesto compimento dei delitti da lui commessi”. Frateschi non potrà più parlare in nome della Chiesa, non potrà tenere omelie, non potrà più assumere incarichi di alcun genere nei seminari o nelle parrocchie, non potrà più insegnare materie teologiche nelle istituzioni scolastiche e accademiche dipendenti dall’Autorità ecclesiastica, non potrà più insegnare materie teologiche o la religione cattolica nelle scuole non dipendenti dall’Autorità ecclesiastica.
"Chiesa in ginocchio”
Solo ieri, nel corso del Giubileo della consolazione, papa Leone si è rivolto alle vittime di abuso dicendo: “La Chiesa, di cui alcuni membri purtroppo vi hanno ferito, oggi si inginocchia insieme a voi davanti alla Madre. Che tutti possiamo imparare da lei a custodire i più piccoli e fragili con tenerezza! Che impariamo ad ascoltare le vostre ferite, a camminare insieme”.
Le cinque vittime
È la diocesi stessa, guidata da monsignor Mariano Crociata, ex segretario generale della Cei e attuale presidente della Comece (Commissione delle conferenze episcopali europee), a ricostruire che gli abusi erano avvenuti in un periodo compreso tra il 2018 e gennaio 2023: “In particolare, tre giovani erano suoi alunni presso un istituto superiore di Latina, dove Frateschi aveva un incarico annuale come insegnante di religione cattolica; un minore gli era stato dato in affidamento mentre il quinto ragazzo è il figlio di amici di famiglia”.
La procedura
Monsignor Crociata, si legge nella nota della diocesi, aveva segnalato il caso alla Dottrina della fede dopo che, il 30 gennaio 2023, gli era stato a sua volta comunicata “la richiesta di assegnazione di un nuovo Insegnante di religione cattolica, al posto di Frateschi, presentata da una scuola del Capoluogo e dei motivi addotti per tale richiesta. Nelle stesse ore il Vescovo incontrava il docente per ascoltare la sua versione dei fatti. Al termine del colloquio, dopo aver ricevuto dallo stesso Frateschi le dimissioni dall’incarico, mons. Crociata gli comunicava la revoca dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica, oltre a imporgli l’allontanamento cautelare dall’esercizio del ministero diaconale. Sempre lo stesso giorno, il vescovo Crociata firmava il decreto per l’apertura dell’indagine previa canonica per acquisire tutti gli elementi possibili sul caso, poi trasferiti al Dicastero per la Dottrina della Fede”. Il procedimento canonico è stato istruito e curato dalla sezione disciplinare dell’ex Santo Uffizio, guidata da monsignor John Joseph Kennedy, e, vista la gravità del caso, trasferita direttamente al Papa, che ora ha messo la parola fine. “Seppur conclusa la parte canonica”, precisa però la diocesi, “l’intero caso segna una ferita per l’intera comunità diocesana. In particolare, per le giovani vittime e le loro famiglie cui viene rinnovata la solidarietà e la massima vicinanza”.
Altri casi
È dei giorni scorsi la notizia che il vescovo di Bolzano e Bressanone Ivo Muser ha revocato la nomina a collaboratore pastorale in Alta Pusteria di don Giorgio Carli, prete che una ventina di anni fa fu al centro di un lungo iter giudiziario per l’accusa di abusi. L’anno scorso era stato arrestato a Tivoli un insegnante di religione, Mirko Campoli, in passato responsabile nazionale di Azione cattolica giovani. La diocesi di Piazza Armerina in Sicilia, d’altro canto, a luglio ha reso noto che a carico di don Giuseppe Rugolo, sacerdote condannato per abusi dalla Corte di Appello di Caltanissetta, era stata avviato anche “un procedimento canonico concluso con una sentenza di condanna”. Rimane da chiarire il ruolo del vescovo, monsignore Rosario Gisana