La Stampa, 15 settembre 2025
Pnrr flop sanità
La progettazione e i lavori di buona parte degli Ospedali e delle Case di comunità previsti dal Pnrr sono così in ritardo che serviranno altri 5-6 anni prima di vederli completati, ben oltre quindi la scadenza tassativa del Piano fissata ad agosto 2026. Stando all’ultima rilevazione del sistema ReGis, mentre per la Missione 6 dedicata alla salute a tutto giugno è stato speso il 34,4% dei fondi disponibili (6,6 miliardi su 19,3, di cui 14,5 garantiti dall’Europa) realizzando appena il 38,2% dei 10.100 progetti previsti, la situazione della costruzione delle nuove Case della Comunità e dei nuovi Ospedali di comunità è ben peggiore.
«La situazione è particolarmente preoccupante e incerta» denuncia la Cgil che attraverso l’Area Stato sociale e diritti ha realizzato un nuovo report che la Stampa è in grado di anticipare e che certifica come troppi progetti procedano a rilento, con ritardi nell’esecuzione dei lavori o ancora fermi alla fase di progettazione. «Siamo a 9 mesi dalla scadenza del Pnrr e la Missione Salute rischia di rimanere inattuata. Una situazione vergognosa che di questo passo porterà al non raggiungimento degli obiettivi, significherà una perdita delle risorse e si tradurrà in una mancata risposta per le persone. Un altro segnale evidente dell’interesse a incentivare il mercato privato della salute del governo Meloni», commenta la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.
Scorrendo i dati si vede che per l’investimento M6-C1.01 «Case della Comunità e presa in carico della persona» su 1.415 progetti finanziati (valore 2,8 miliardi di euro) a giugno risultavano effettuati pagamenti per 486,1 milioni, dunque, a pochi mesi dalla scadenza, è stato speso solo il 17,1% dei fondi disponibili dal 12,4% di marzo ed il 9,2% di fine 2024. «Con questo andamento, ci vorranno almeno 5 anni per terminare le opere» sottolinea il report Cgil.
Dei progetti finanziati per questo tipo di strutture chiamate a fare da punto di riferimento per l’assistenza socio-sanitaria di base ne risultano completati appena 50, il 3,5% del totale: 20 sono in Lombardia, 8 in Liguria ed Emilia Romagna, 6 in Veneto, zero in Piemonte e Valle d’Aosta come in altre 9 regioni. Le situazioni più allarmanti si fotografano in Molise (dove i pagamenti effettuati sono fermi all’1,6% dei finanziamenti complessivi), in Sardegna (7,2%), Campania (7,8%) e Calabria (9,4%). In nessuna regione i pagamenti hanno superato la metà dei finanziamenti.
Non meno critica risulta la situazione degli Ospedali di Comunità, le strutture sanitarie a prevalente gestione infermieristica, fondamentali per garantire le cure intermedie e la continuità assistenziale soprattutto nel passaggio dall’ospedale al ritorno a casa dei pazienti. In questo caso con 1,3 miliardi di euro sono stati finanziati 428 progetti e di questi solo 14 sono completati (appena 4 quelli collaudati). Anche in questo ambito preoccupano i ritardi accumulati: a giugno risultavano pagamenti effettuati per soli 190,1 milioni di euro, pari al 15,1% dei fondi, rispetto all’11% di marzo ed il 7,9% di fine 2024. Dei progetti finanziati, ne risultano completati solo 14, pari al 3,3% del totale. In questo caso, con questo ritmo, ci vorranno almeno 6 anni per terminare tutto, calcola il sindacato. Le regioni con i maggiori ritardi sono il Molise (dove i pagamenti effettuati sono fermi all’1,7% dei finanziamenti complessivi), la Provincia Autonoma di Bolzano (3,9%), la Sardegna (6,2%), la Basilicata (6,4%), il Lazio al 6,5% e il Piemonte al 15,6%. A parte la Valle d’Aosta (dove i pagamenti toccano l’80,9% dei finanziamenti) in nessuna regione le spese superano il 30% dei fondi disponibili.
Ma non basta perché anche i 198 interventi del programma «Verso un ospedale sicuro e sostenibile» segnano il passo: sono appena 28 quelli completati. A fronte di uno stanziamento di 1,6 miliardi (compresi 888,5 milioni di fondi Pnrr) risultano pagamenti per appena 385 milioni (24,1%). I maggiori ritardi in questo caso si registrano in Calabria (pagamenti all’1,2%), Molise (1,5%), Basilicata (1,9%) e Sardegna (6,3%). Solo in 3 regioni i pagamenti superano la metà dei finanziamenti: Provincia Autonoma di Bolzano (92,3%), Umbria (55,3%) e Valle d’Aosta (52,8%).
«Nella propaganda del governo e di alcune Regioni l’attuazione del Pnrr andrebbe a gonfie vele, ma i numeri lo smentiscono clamorosamente. È forte il rischio che gli investimenti previsti nella Missione 6 vengano restituiti al mittente o riorientati verso altri obiettivi, magari a favore dell’industria bellica», sostiene Barbaresi secondo la quale «dalla riforma dell’assistenza territoriale, con l’apertura di una rete di strutture pubbliche per dare risposte alle persone, aggredendo anche l’odioso problema delle liste d’attesa, passa la capacità del sistema di implementare la prevenzione, evitare i ricoveri inappropriati e le lunghe attese nei pronto soccorso, garantire la presa in carico delle persone». Quindi Barbaresi conclude: «Siamo all’ultima chiamata per essere smentiti: occorre uno scatto straordinario per evitare il fallimento di un’occasione irripetibile, e per questo proseguirà la nostra mobilitazione per difendere e rilanciare il Servizio sanitario».