il Fatto Quotidiano, 14 settembre 2025
Charlie Kirk, il dossier di Palazzo Chigi: “Rischio anni di piombo”
Il ritorno dei “cattivi maestri”, a sinistra. L’odio politico che “sta crescendo”. Il rischio di tornare agli “anni di piombo”. E 28 episodi di “violenza politica” contro la destra italiana dal 2022 a oggi. Sono questi i contenuti di un dossier interno e riservato che l’ufficio studi di Fratelli d’Italia, coordinato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, ha inviato giovedì ai dirigenti e parlamentari di Fratelli d’Italia dopo l’uccisione, negli Stati Uniti, del 31enne attivista trumpiano Charlie Kirk. Documento di 9 pagine, che Il Fatto ha letto, che è servito per delineare la linea comunicativa del partito di Giorgia Meloni e del governo dopo l’omicidio di Kirk: accusare le opposizioni di non condannare, e anzi fomentare, l’odio politico.
Venerdì prima è intervenuto il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani che ha parlato di “clima da Brigate Rosse”, mentre ieri è stata direttamente la presidente del Consiglio Meloni alla festa dell’Udc a chiedere conto “alla sinistra di questo continuo minimizzare” o del “giustificazionismo della criminalizzazione, della violenza di chi non la pensa come loro”.
Il dossier interno – dal titolo “Chi soffia sull’odio politico” – ricostruisce la vicenda di Kirk e inserisce alcuni commenti sui social relativi agli articoli sull’uccisione dell’attivista americano contro la destra. Tra questi anche quello, ripostato da Meloni, delle organizzazioni giovanile “Osa” e “Cambiare rotta” che ha messo Kirk a testa in giù e la scritta emblematica “-1”. L’ufficio studi di Fratelli d’Italia però sostiene che anche in Italia ci sia il rischio americano: “Negli ultimi anni – si legge – in Italia sono stati sempre più frequenti gli episodi di violenza politica, minacce e intolleranza. Spesso i toni sono andati pericolosamente oltre il naturale confronto democratico, anche a livello istituzionale”. Segue un elenco di atti di “violenza politica” nei confronti di Fratelli d’Italia e della destra. Ventotto in tutto: si va dall’aggressione anarchica a un gazebo di Fratelli d’Italia a Milano, alle scritte contro Ignazio La Russa, passando per le minacce nei confronti della premier, le aggressioni ai banchetti universitari di Azione Giovani fino alle accuse dell’opposizione (il dem Arturo Scotto che definisce Meloni “una ultras fuori dalla Costituzione”), tra cui quella della senatrice del M5S Alessandra Maiorino che mercoledì al Senato ha accusato il ministro degli Esteri Antonio Tajani di comportarsi “come uno di quegli influencer prezzolati dal governo italiano”.
Un elenco che serve ai vertici di Fratelli d’Italia per poter dire che “anche in Italia l’odio politico sta crescendo, fomentato da cattivi maestri” che “per il proprio tornaconto personale incitano irresponsabilmente allo scontro”. E quindi la drammatizzazione: “Il clima è più preoccupante di quanto si pensi”. Il dibattito, si legge, non può essere “messo a tacere con la violenza” visto che il nostro Paese, “ha conosciuto la stagione dell’odio e del sangue: quegli ‘anni di piombo’ in cui tanti giovani hanno perso la vita soltanto perché volevano portare avanti le loro idee e contribuire alla vita politica e sociale della loro nazione”. Poi la richiesta a tutti gli altri leader politici di condannare la violenza verbale.
Una strategia che è stata confermata ieri dalla presidente del Consiglio Meloni nel suo discorso alla festa dell’Udc al Crown Hotel a Roma, sull’Aurelia Antica. La premier ha attaccato la sinistra che “minimizza” o addirittura “giustifica” la violenza: “Il clima, anche qui in Italia, sta diventando insostenibile ed è ora di denunciarlo, ed è ora di dire chiaramente che queste tesi sono impresentabili, pericolose, irresponsabili e antitetiche a qualsiasi embrione di democrazia”. Meloni ha anche attaccato il matematico Piergiorgio Odifreddi (definito “intellettuale di sinistra”) secondo cui “sparare a Martin Luther King e a un rappresentante Maga non è la stessa cosa”: “Ora io vorrei chiedere a questo illustre professore cosa intende esattamente. Intende che ci sono persone a cui è legittimo sparare in base alle loro idee? O a cui è meno grave sparare perché non condividiamo le loro idee?”. Odifreddi, all’Ansa, ha spiegato di “non condividere il gesto a Kirk” ma aggiunto: “Se si soffia sul fuoco, ci possono essere reazioni che non apprezzo”.
Le parole di Meloni hanno provocato la risposta delle opposizioni. La segretaria del Pd Elly Schlein, ospite della festa del Fatto, ha detto che il clima “è incandescente” accusando Meloni di “fomentarlo” perché è “irresponsabile” accusare l’opposizione di silenzio: “Quando la notte mi sveglio perché arriva un messaggio da numeri anonimi che dice ‘A Noi’ io non do la colpa a Meloni”, ha detto. Anche il leader del M5S Giuseppe Conte ha raccontato di aver ricevuto minacce di morte durante il covid: “La smettano con questo vittimismo perché è inaccettabile”.