repubblica.it, 12 settembre 2025
Usa, Trump distrugge 10 milioni di dollari di contraccettivi definendoli “abortivi”
Su ordine dell’amministrazione Trump è stata distrutta una scorta di contraccettivi per un valore di 9,7 milioni di dollari, rimasta bloccata per mesi in un magazzino in Belgio dopo lo smantellamento dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) all’inizio dell’anno. Un atto che ha scosso il mondo della cooperazione internazionale e della sanità pubblica. A darne la notizia è stato il New York Times, il quale ha citato una portavoce dell’USAID, che ora sta per essere chiusa dal direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio degli Stati Uniti, Russell Vought.
“Il presidente Trump è impegnato a proteggere la vita dei bambini non ancora nati in tutto il mondo – si legge nella dichiarazione della Casa Bianca –.L’amministrazione non fornirà più contraccettivi abortivi con il pretesto di aiuti esteri”, aggiunge. Tuttavia, come sottolineato sul New York Times, all’USAID è proibito per legge procurarsi farmaci abortivi e nessuno dei prodotti conservati nel magazzino in Belgio conteneva farmaci abortivi, secondo gli elenchi di inventario ottenuti dal giornale e, stando ai documenti, i funzionari del Dipartimento di Stato erano stati informati di questo. Quando o dove sia avvenuta la distruzione dei prodotti non è ancora chiaro.
Secondo Medici Senza Frontiere e MSI United States, organizzazione no-profit Marie Stopes International, dedicata alla sanità riproduttiva e all’assistenza sanitaria per milioni di persone in tutto il mondo, i contraccettivi finanziati dai contribuenti erano stati destinati ad aiutare le persone nei paesi a basso reddito e le loro date di scadenza andavano dal 2027 al 2031. Secondo quanto riportato, la distruzione delle pillole, delle spirali e degli impianti ormonali è costata circa 167.000 dollari. Secondo il New York Times, diverse organizzazioni internazionali, tra cui la Gates Foundation e la Children’s Investment Fund Foundation, si erano offerte di salvare i prodotti acquistandoli o accettandoli come donazione. Un’operazione, questa, che non avrebbe comportato alcun costo per il governo e avrebbe probabilmente contribuito a recuperare i fondi dei contribuenti.
“Incenerire questi dispositivi salvavita è disumano, uno spreco e in contrasto con i valori americani”, ha affermato. “I programmi di pianificazione familiare sono bipartisan e prevengono milioni di gravidanze indesiderate, aborti non sicuri e migliaia di decessi materni, soprattutto tra le donne nelle zone di guerra e nei campi profughi che non hanno nessun altro a cui rivolgersi”, ha aggiunto. La senatrice ha affermato che il suo staff ha assistito in prima persona a come le forniture “sarebbero rimaste valide per anni” e che l’amministrazione non solo “ha bruciato risorse essenziali con spese aggiuntive per i contribuenti, ma ha anche smascherato una campagna più ampia e profondamente preoccupante per ridurre i diritti delle donne e l’accesso all’assistenza sanitaria di base”.